TOTO LE HEROS – UN EROE DI FINE MILLENNIO ***

Valutazione
Complesso, Discutibile, Dibattiti
Tematica
Metafore del nostro tempo
Genere
Drammatico
Regia
Jaco Van Dormael
Durata
90'
Anno di uscita
1992
Nazionalità
Belgio
Titolo Originale
TOTO LE HEROS
Distribuzione
Istituto Luce, Italnoleggio Cinematografico
Soggetto e Sceneggiatura
Jaco Van Dormael
Musiche
Walter Van Den Ende
Montaggio
Susanna Rossberg

Sogg. e Scenegg.: Jaco Van Dormael - Fotogr.: (panoramica/a colori) - Mus.: Walter Van Den Ende - Montagg.: Susanna Rossberg - Dur.: 90' - Produz.: Iblis Films, Bruxelles; Les Productions Philippe Dussart, Paris; Metropolis Film Produktion, Berlin

Interpreti e ruoli

Michel Bouquet (Thomas Van Hasebroek) (anziano), Mireille Perriere (Evelyne), Jo De Backer ( adulta), Gisela Uhlen (Thomas), Thomas Godet ( adulto), Sandrine Blancke (Evelyne), Peter Bomlke ( anziana), Didier Ferney (Thomas), Hugo Harold Harrison ( bambino), Fabienne Loriaux (Alice), Klaus Schindler (Alfred), ( anziano)

Soggetto

con la faccia immersa nella fontanella del lussuoso salone pseudo barocco del magnate Alfred Kant, la polizia trova il cadavere di Thomas Van Hasebroeck, suo amico-nemico d'infanzia. Costui fin dalla nascita è stato geloso del più fortunato dirimpettaio, ritenendo addirittura di esser stato scambiato con lui in culla durante un incendio nella nursery dell'ospedale. Perso il padre, che fa il pilota, durante un trasporto a rischio di materiale per Kant, che ha un grande magazzino. Thomas comincia ad odiare sempre più Alfred, che non perde occasione di irriderlo e stuzzicarlo con battute e scherzi. La madre si reca intanto a Dover a causa del ritrovamento del veicolo precipitato col marito. I due ragazzi, essendo il fratellino mongoloide, Célestin, in un istituto rimangono soli. Thomas adora la sorellina maggiore con un'intensità che sfiora l'incestuoso, ed è terribile la sua disillusione di fronte alla scoperta che ella faccia comunella con Alfred. Sconvolta dalla reazione di Thomas, Alice gli promette di bruciare la casa dei Kant, considerati colpevoli della morte del padre. Ma nell'impresa Alice perisce nelle fiamme. Sconvolto, Thomas prosegue la sua ormai vuota esistenza diplomandosi come ragioniere e vivendo una squallida routine, finchè un giorno allo stadio non vede una giovane che gli ricorda Alice: riesce a seguirla ed ha scoprirne l'indirizzo. In breve tra i due nasce una relazione, ma Thomas è sconvolto dalle assonanze fisiche ed anche psicologiche tra la sorella morta ed Evelyne. Anch'ella è musicista ed ha i modi affascinanti dell'altra. Finchè un giorno essi decidono di scappare, ma Thomas non va all'appuntamento, si reca invece alla casa di lei, scoprendo che stava per fuggire con la moglie di Alfred. Per lui non c'è ora che una desolata vecchiaia in un ospizio. Ma un giorno Thomas, che ha sempre sognato di fare l'agente segreto e salvare i genitori dalle mire del perfido Kant, con uno stratagemma riesce ad uscire dall'edificio che lo ospita sottraendo la pistola dell'agente di custodia. Ha letto di un attentato cui Alfred è riuscito a sottrarsi, e sapendo dove egli si nasconde, decide di ucciderlo personalmente. Ma al momento di vendicarsi, rinunzia. Mentre torna all'ospizio con l'autostop cambia improvvisamente idea: avendo sentito i due killers accordarsi su ora e modalità del crimine, decide di sostituirsi ad Alfred e viene ucciso al suo posto.

Valutazione Pastorale

come in un rompicapo dove il tempo si diverte a mescolare ed a sovrapporre i tasselli da comporre. Il giovane regista fiammingo Jaco Van Dormael sottopone la parabola esistenziale di Thomas con un continuo gioco rimandi, di perché, di questioni poste e risolte a metà, di interrogativi dove il tono dominante permane un senso totalizzante, amaro e tragico, dell'inutilità della vita. Rivela lo stesso regista in un'intervista: "Io stesso porto costantemente con me la sensazione che non succeda mai nulla, che la vita sia priva di significato, che non conduca da nessuna parte". Atteggiamento che si riflette con evidenza nel volto, sempre corrucciato e nuvoloso del protagonista, i cui rari sorrisi sono quasi sempre o velati di amarezza o di rimpianto per un ricordo dolce che non tornerà più, o apertamente venati da un sarcasmo esistenziale che si nutre del più nero pessimismo. Nella proiezione immaginaria verso la vita dell'apparentemente più fortunato Alfred o verso l'eroico personaggio immaginario dell'agente segreto risiede la chiave di lettura del film, che d'altra parte è fornita dallo stesso regista sempre nella stessa intervista: "Thomas credeva che la vita sarebbe stata una grande avventura: alla fine della sua esistenza si rende conto che non è accaduto nulla, e che non ha nessuna storia…" ed ancora "Egli si chiede costantemente da dove venga e dove stia andando. È ossessionato dal suo destino, e finisce per non vivere. Si interroga su chi dovrebbe essere con tanta frequenza, da non riuscire ad essere nessuno". Così, ormai vecchio e disperato, egli decide di appropriarsi dell'unica cosa che ancora può sottrarre all'odiato rivale: la sua morte: egli morrà, come un agente segreto, come un "eroe".

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