Orig.: Italia (2002) - Sogg. e scenegg.: Claver Salizzato, Vito Zagarrio - Fotogr.(Scope/a colori): Vincenzo Marano - Mus.: Pino Donaggio - Montagg.: Mirko Garrone - Dur.: 90' - Produz.: Francesco Pamphili per Morgan Film.
Interpreti e ruoli
Stephan Freiss (comandante Loyola), Michele Placido (sergente Uzeda), Lorenzo Crespi (Grifone), Bianca Guaccero (Angelica), Tony Sperandeo, Anna Maria Petrova
Soggetto
Sicilia, 1860. Il comandante Loyola é intenzionato a tornare in Francia, quando riceve l'ordine di scortare fino a Messina un prigioniero, il bandito Grifone. Loyola accetta di malavoglia: Grifone é l'uomo che tre anni prima aveva rapito la sua fidanzata Angelica proprio in chiesa nel giorno delle nozze. Tentato dalla possibilità di vendicarsi, il Comandante, accompagnato dal sergente Uzeda, attraversa la Sicilia nel momento in cui, subito dopo lo sbarco di Garibaldi e la ritirata dell'esercito borbonico, il panorama politico-sociale dell'isola è in pieno fermento. I due antagonisti sono ossessionati dai rispettivi ricordi di Angelica e, mentre il viaggio va avanti tra numerosi incidenti, precipitano entrambi in una crisi profonda che sfocia in uno scontro serrato notturno. Dopo che Grifone ha rivelato che Angelica è morta sul campo di battaglia, il viaggio termina di fronte a Messina. Loyola lascia andare Grifone il quale si dirige verso un gruppo di garibaldini. Quando vede che gli stanno per sparare, Loyola si lancia nel tentativo di fermarli. Ma un colpo lo raggiunge e muore.
Valutazione Pastorale
Si sa che il Risorgimento ha da sempre rappresentato un territorio ostico e rischioso da rappresentare per il cinema italiano. E i toni estremi ai quali è stato finora affidato (l'esaltazione assoluta degli anni Trenta da un lato; la denigrazione ideologica degli anni Settanta dall'altro) denunciano una certa 'incapacità' culturale di fare storia in modo sereno e dialogante. Se il risultato é stato che le ultime generazioni poco o niente sanno di guerre d'indipendenza e dintorni, se ne dovrebbe concludere che bisogna ripartire da zero, o forse da un film come questo: che si basa su un copione fin troppo ingenuo e fotoromanzato (due uomini e una donna), che é un po' schematico nel disegno dei personaggi, a volte calligrafico e riduttivo rispetto alla complessità delle parti in causa, ma insomma ha il coraggio di riproporre l'interessante filone della microstoria dentro la Storia dei grandi nomi e analizza personaggi di identità contrapposta per rimetterli in discussione. Uno svolgimento da romanzo popolare, qua e là certo deboluccio, ma che non dispiace perchè appunto evita gli eccessi deleteri di cui si diceva sopra e può servire per ricominciare a parlare di quegli anni, della nostra Storia. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come accettabile, e nell'insieme semplice.
UTILIZZAZIONE: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria, e in altre circostanze, anche didattiche, come occasione di 'riscoperta' di quegli anni così importanti e controversi.