TRANSFORMERS 4 – L’ERA DELL’ESTINZIONE

Valutazione
Consigliabile, semplice
Tematica
Famiglia - genitori figli, Fantascienza, Nuove tecnologie
Genere
Azione
Regia
Michael Bay
Durata
165'
Anno di uscita
2014
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
Transformers 4: Age of Extinction
Distribuzione
Universal Pictures International Italia
Soggetto e Sceneggiatura
Ehren Kruger basato sulle Action Figures Hasbro's Transformers
Musiche
Steve Jablonsky
Montaggio
William Goldenberg

Orig.: Stati Uniti (2014) - Sogg.: basato sulle Action Figures Hasbro's Transformers - Scenegg.: Ehren Kruger - Fotogr.(Scope/a colori): Amir Mokri - Mus.: Steve Jablonsky - Montagg.: William Goldenberg - Dur.: 165' - Produz.: Don Murphy & Tom De Santo, Lorenzo Di Bonaventura, Ian Bryce.

Interpreti e ruoli

Mark Wahlberg (Cade Yeager), Nicola Peltz (Tessa Yeager), Stanley Tucci (Joshua), Kelsey Grammer . (Harold Attinger), Sophia Myles (Darcy), Titus Welliver (Savoy), Jack Reynor (Shane Dyson), Chanel Celava (Cate), Teresa Daley (Loli), Li Bingbing (Su Yueming)

Soggetto

Sono passati quattro anni da quando la battaglia di Chicago ha lasciato l'umanità col fiato sospeso, pur salvando la Terra dall'estinzione. Ora la minaccia si ripresenta quando Cade Yeager, un meccanico/inventore, trascina nella propria rimessa un camion ridotto piuttosto male: all'interno si materializza la minacciosa sagoma di Optimus Prime. La notizia arriva ben presto ai Decepticon e al Governo Usa; entrambi si mettono sulle tracce di Cade e della figlia Tessa. Ma Prime fa subito capire di voler rispondere: mette insieme un nuovo esercito costituito dai Dinobot, ossia dinosauri robottizzati. E in mezzo si schiera amche Lockdown, che non è né un Autobot né un Decepticon ma un cacciatore di taglie mutante in una Lamborghini. Lo scontro tra questi contendenti si fa sempre più aspro, terribile, senza esclusione di colpi. Da una parte gli umani, dall'altra i robot. Ciascuno ha al proprio interno buoni e cattivi. E la battaglia si combatte fino a quando non è sicura la conquista della nuova pace.

Valutazione Pastorale

La saga era cominciata nel 2007 con "Transformers", proseguita nel 2009 con "Transformers - La vendetta del caduto", allungata nel 2011 con "Transformers 3". Qui, nel finale del numero 3, gli amici Autobot, che difendono gli umani e la Terra, avevano scoperto che nel 1969 la missione spaziale Apollo 11 era andata in realtà alla ricerca di un relitto alieno; l'Arca guidata da Sentinel Prime (predecessore di Optimus), trasportava una tecnologia in grado di riportare i robot extraterrestri agli antichi trionfi. La battaglia finale per la salvezza della Terra aveva raso al suolo Chicago. Ora, quattro anni dopo. Uscito di scena Sam, ecco in primo piano Cade, meccanico che si definisce inventore, con tanta fantasia ma senza lavoro e senza soldi, in rotta di collisione con Tessa, la figlia quindicenne che vorrebbe autonomia e libertà. Ma si può per 165' far andare un problema centrale della contemporaneità (forse 'il' problema) come il rapporto padre/figlio di pari passo con uno scenario fantastico roboante, irrefrenabile, frastornante come quello della guerra tra umani e robot? Si può, anzi lo si fa senza tante remore se si è Michael Bay, che dai tempi di "Pearl Harbour" confeziona spaventosi meccanismi di sovrumana visionarietà, autentici rompicapo di rumori, scontri, sovrapposizione di corpi e ferraglie. Bay compone copioni ad alto tasso di spaventosa emotività, con situazioni al limite della sopravvivenza, e spiragli della lotta per mantenere la vita alla Terra e non cedere al ricatto della distruzione. La filosofia della speranza è il valore aggiunto di un racconto incontenibile e debordante, metafora di uno sguardo che scavalca il presente per ipotizzare un futuro nel quale esseri umani e robot vivranno finalmente uniti. Lo aveva già detto di recente "Godzilla", e il plot ripete qui l'ineluttabilità per la Terra di partecipare ad un destino comune di pace: uomini e macchine insieme, mentre la famiglia trionfa e accoglie nuovi membri. E' bravissimo Bay a farci credere di aver detto un sacco di cose, mentre invece per tre ore ha inanellato situazioni prevedibili affidate a immagini disturbanti in quanto rumorose, incalzanti senza tregua nè riposo. Di favoloso ci sarà l'incasso, magari meritato perchè logica conclusione di uno spettacolo ammalato di gigantismo. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile e semplice sotto il profilo narrativo.
U

Utilizzazione

Ilfilm è da utilizzare in programmazione ordinaria e in successive occasioni, come spettacolo certamente di notevole livello di coinvolgimento.

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