Orig.: Italia (2005) - Sogg.: da un'idea di Maurizio Costanzo - Scenegg.: Stefano Sudrié - Fotogr.(Normale/a colori): Marcello Montarsi - Mus.: Gigi D'Alessio, Adriano Pennino - Montagg.: Paolo Benassi - Dur.: 97' - Produz.: Rodeo Drive.
Interpreti e ruoli
Costantino Vitagliano (Costantino), Daniele Interrante (Daniele), Jennifer Poli (Michela), Alessandra Pierelli (Chiara), Ernesto Mahieux . (Giampalmi), Anna Melato, Chiara Tomaselli.
Soggetto
Daniele vuole entrare nel mondo del cinema. Costantino, il suo migliore amico, non ha la stessa aspirazione ma lo appoggia. Quando in un locale conoscono Valeria, accettano la proposta che la ragazza offre loro di presentarsi a Giampalmi, un agente importante, che si occuperà della loro carriera. I due vanno nell'ufficio dell'uomo, accettano il suo consiglio di seguire corsi di dizione, pagano tanti soldi (un po' lavorando in un bar, un po' grazie alla generosità dei genitori) ma poi devono costatare che Giampalmi é solo un losco truffatore e che Valeria, sua figlia, li aveva raggirati con eleganza. Intanto Chiara, che era fidanzata con Daniele, lo lascia, e accetta di sposare Claudio. Al matrimonio è presenta anche Michela, altra figlia di Giampalmi, innamorata di Costantino. La ragazza trova il coraggio di dichiararsi e Costantino capisce di aver sbagliato ad inseguire sogni impossibili.
Valutazione Pastorale
Il progetto nasce come seguito di varie trasmissioni televisive ideate e/o condotte da Maurizio Costanzo. Sul piccolo schermo i cosiddetti 'reality' hanno spazi dilatati, devono durare molte puntate, tendono a costruire, smontare, rigenerare divette e divetti in una miscela di sentimenti di vario livello e di 'falsa' verità. Non c'é dubbio che l'operazione cinematografica sia pensata per un pubblico giovanile, che ama questi personaggi e che è disponibile a seguirli, aderendo al gioco dichiarato: i due si presentano con il loro stesso nome, non cambiano faccia, 'interpretano' se stessi e per questo, si dice, creano imitazione. E', naturalmente, tutta materia per dibattiti a non finire su buona e cattiva televisione, e così via. Resta evidente che il sentimentalismo del racconto, il trionfo di amore e giustizia, la bontà di fondo di tutti sono detti a livelli quanto mai artificiosi, stucchevoli, quasi vuoti. E disarmante è la regia, sciatta e inspida oltre ogni aspettativa. Ne deriva che, dal punto di vista pastorale, il film é da valutare come inconsistente e del tutto velleitario.
UTILIZZAZIONE: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria, ben sapendo il modesto livello sopra descritto del prodotto che si va a proporre.