TRUMAN CAPOTE – A SANGUE FREDDO

Valutazione
Discutibile, Problematico, dibattiti
Tematica
Cinema nel cinema, Letteratura, Morte, Omosessualità, Psicologia
Genere
Drammatico
Regia
Bennett Miller
Durata
113'
Anno di uscita
2006
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
Capote
Distribuzione
Sony Pictures Releasing Italia
Soggetto e Sceneggiatura
Dan Futterman tratto dal libro omonimo di Gerald Clarke
Musiche
Mychael Danna
Montaggio
Christopher Tellefsen

Orig.: Stati Uniti (2005) - Sogg.: tratto dal libro omonimo di Gerald Clarke - Scenegg.: Dan Futterman - Fotogr.(Scope/a colori): Adam Kimmel - Mus.: Mychael Danna - Montagg.: Christopher Tellefsen - Dur.: 113' - Produz.: William Vince, Michael Owen, Caroline Baron.

Interpreti e ruoli

Philip Seymour Hoffman (Truman Capote), Catherine Keener (Nelle Harper Lee), Clifton Collins (Perry Smith), Chris Cooper (Alvin Dewey), Mark Pellegrino (Dick Hickock), Bruce Greenwood (Jack Dunphy), Bob Balaban (William Shawn), Amy Ryan (Marie Dewey), Marshall Bell (Marshall Krutch), Allie Mickelsen . (Laura Kinney)

Soggetto

Sul finire del 1959 lo scrittore Truman Capote si fa mandare dal suo giornale, The New Yorker, a Holcomb, cittadina del Kansas, dove quattro componenti di una famiglia sono stati assassinati. Capote vuole saperne di più su questa vicenda e, dopo una iniziale freddezza dovuta ai suoi atteggiamenti eccentrici e provocatori, acquista la fiducia di molti cittadini e in particolare dello sceriffo Dewey, che indaga sul tragico fatto. Nel gennaio del 1960 i due assassini vengono catturati a Las Vegas, portati nel Kansas, processati e condannati a morte di lì a sei settimane. Capote ottiene il permesso di andarli a trovare in carcere, parla più volte con loro, poi si allontana, si trasferisce in Spagna. L'esecuzione in realtà, più volte rimandata, avviene solo il 14 aprile 1965.

Valutazione Pastorale

I fatti sono in gran parte autentici. E quell'esperienza nel paesino del Kansas, i colloqui con lo sceriffo e altre persone, soprattutto la frequentazione dei due assassini hanno offerto a Truman Capote il ricco e inquietante materiale utilizzato in "A sangue freddo", romanzo spartiacque della letteratura americana del Novecento. Se lo scrittore sceglie quel triste episodio per indagare sulla sottile linea di confine tra sicurezza e minaccia, tra razionalità e follia, il film si colloca ancora più dietro e inquadra lo stesso Capote nel mirino di una indagine psicologica serrata e per niente indulgente. A quella tremenda rinuncia della mente che porta ad uccidere senza motivi, il copione affianca la perdita di equilibrio che tocca anche il grande scrittore, che é un intellettuale, un uomo da alta società, eccentrico nei gusti e nelle scelte anche sentimentali. Tra i pregi da aggiungere e i difetti da sottrarre, il risultato finale é quello di un vuoto che attanaglia la coscienza delle due parti in causa. Perdono gli assassini ma perde anche lo scrittore, che ha la possibilità di capire, che ne lascia testimonianza scritta ma non rinuncia al proprio, dominante cinismo. Appesantito apena da qualche passaggio forse un po' compiaciuto, il film, dal punto di vista pastorale, é da valutare come discutibile, certamente problematico me adatto per dibattiti.
UTILIZZAZIONE: il film é da utilizzare in programmazione ordinaria, con attenzione per la presenza di minori. Da recuperare nell'ambito del rapporto cinema/letteratura, cinema/società, gli anni '60. Attenzione verso i più piccoli é da tenere in vista di passaggi televisivio di uso di VHS e DVD.

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