Orig.: Stati Uniti/Australia (2015) - Sogg. e scenegg.: James Vanderbilt - Fotogr.(Scope/a colori): Mandy Walker - Mus.: Brian Tyler - Montagg.: Richard Francis Bruce - Dur.: 125' - Produz.: Brad Fisher, Doug Mankoff, William Sherak, Andrew Spaulding, James Wanderbilt - X^ EDIZIONE DELLA FESTA DEL CINEMA DI ROMA 2015 FILM D'APERTURA.
Interpreti e ruoli
Cate Blanchett (Mary Mapes), Robert Redford (Dan Rather), Dennis Quaid (col. Roger Charles), Topher Grace (Mike Smith), Elisabeth Moss (Lucy Scott), Bruce Greenwood (Andrew Heyward), David Lyons (Josh Howard), Rachel Blake . (Betsy West), Martin Sacks (col. Robert Strong), Natalie Saleeba . (Mary Murphy)
Soggetto
Per molti anni Mary Mapes, giornalista e produttrice televisiva, ha lavorato alla trasmissione della CBS "60 minutes" al fiancom di Dan Rather, il più famoso anchorman della emittente. Nel 2004, durante una puntata del programma, Rather informa di essere in possesso di alcuni documenti che confermerebbero i favori ricevuti da George W. Bush per prestare un comodo servizio alla guardia nazionale anziché andare in Vietnam. Il caso deflagra tra conferme e smentite e, più tardi, due mesi prima delle elezioni presidenziali, provoca le dimissioni di Rather e il licenziamento della Mapes.
Valutazione Pastorale
Muovendosi sul filo della ricostruzione realistica, il copione si sforza di essere aderente ai fatti e al tempo stesso di non prendere una decisa posizione tra i due contendenti in lotta. A ben guardare, in effetti, quello che era partito come uno scoop di dimensioni importanti. si rivela un flop che mette in crisi una fetta significativa dell'apparato giornalistico americano. Non essendo in dubbio la bravura, documentata negli anni, sia di Mary Mapes sia di Dan Rather, deve esserci un altro obiettivo nella decisione di mettere in luce un falla dell'informazione così evidente. E' che il 'sistema' americano non ha paura di confrontarsi con situazioni rischiose, si apre alle ipotesi pronto a ridiscuterne le conseguenze, e soprattutto disponibile a pagare il venire meno di risultati concreti. Opera prima impeccabile e scorrevole, "Truth" rimanda a quel cinema americano delle battaglie civili nato nella scia di "Tutti gli uomini del Presidente". Esatto nelle sceneggiatura, pulito nella ricostruzione storica ma non del tutto riuscito sotto profilo drammatico ed emotivo, il film è una pagina aperta sulla necessità di mantenere comunque vigile un giornalismo che non fa sconti a nessuno e non si arrende fino all'ultima prova. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.
Utilizzazione
Il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria e in molte occasioni successive per avviare riflessioni su temi quali 'cinema e giornalismo', 'cinema e comunicazione', 'cinema e mass media'.