Orig.: Italia (2001) - Sogg. e scenegg.: Gabriella Blasi, Eros Puglielli - Fotogr.(Panoramica/a colori): Luca Coassin, Werther Germondari - Mus.: Giuliano Taviani - Montagg.: Valentina Girodo - Dur.: 85' - Produz.: Antonio Ciano per Nuvola Film e RAI Cinema.
Interpreti e ruoli
Giovanna Mezzogiorno (Giovanna), Marco Bonini (Marco), Claudio Guain (Claudio), Giorgio Albertazzi (prof. Perotti), Cristiano Callegaro (Alex), Eleonora Mazzoni (Eleonora), Rolando Ravello (venditore di libri), Luis Molteni (manager)
Soggetto
Alla stazione di Roma Aurelia, il giovane Marco si sta affrettando per prendere un treno, quando vede un uomo su una sedia a rotelle che resta incastrato sulle rotaie mentre sta arrivando un altro convoglio. Si butta a capofitto verso il luogo e, quando l'impatto sembra inevitabile, una forte luce cala dal cielo, blocca il treno e riesce a salvare i due attoniti presenti. La vita di entrambi cambia all'improvviso. L'uomo é ospite a casa della nipote Giovanna, studentessa universitaria che ha una storia con il suo professore di filosofia. Marco ha una band, incide un disco e ottiene un grande, inaspettato successo. Ma nonostante i concerti sempre affollati, Marco non sembra essere più lui. Anche l'uomo sulla sedia a rotelle si sente un po' sfasato. Si chiude in camera, fa collezione di ritagli di giornale con articoli su strani incidenti e, quando la nipote e la sua amica escono, raduna i bambini del palazzo e mostra loro quel materiale cartaceo. Succede poi che una sera, mentre Giovanna si sta preparando, arriva a casa il professore, ascolta i discorsi dell'uomo e non riesce a mandarli giù. Reagisce malamente e fra i due scoppia una collutazione. Il giorno dopo lo zio dice a Giovanna che intende andar via di casa. Passa un anno. Giulia, all'ultimo esame, ritrova il suo professore e viene bocciata. A casa riceve per posta una foto dello zio nella cucina di un ristorante abbracciato ad una donna. La sedia a rotelle è sparita. Intanto Marco, il cantante, nel tentativo di uscire dalla propria crisi, cerca di entrare in contato con un certo Al Farid, santone e maestro spirituale. Con non poca fatica lo rintraccia, ma un portavoce lo informa che l'ingresso alla villa potrà avvenire solo dopo aver risolto un indovinello, e comunque non prima di tre anni. Passato il tempo Marco, stremato nel fisico e nella mente, porta la soluzione, che però era un inganno: senza rispondere, si poteva essser subito ammessi alla presenza del santone. In questo modo dovranno passare altri tre anni. Nel frattempo Giovanna e la sua amica sono alla stazione per andare nella nuova casa dello zio, che sta bene e vive con una donna. Ai binari, una forte luce arriva ancora una volta ad abbagliarle. Mentre Marco, affranto, guarda il mare lontano. E laggiù appare un nuovo bagliore.
Valutazione Pastorale
E' quasi inevitabile, visto il tono arruffato del racconto, partire dalle dichiarazioni del regista: "E' impossibile definire questo film -dice Puglielli- perché non può essere chiuso in un genere, ma allo stesso tempo ne contiene e ne usa moltissimi. Volevo con esso dare una rappresentazione scanzonata e disillusa dell'umana ricerca delle risposte alle domande essenziali e fondamentali come:'chi siamo...cosa ci facciamo a questo mondo?...'. In particolare volevo descrivere tutto ciò che ci distrare e ci separa dal porci queste domande e tutto ciò che in noi rende di fatto impossibile trovare delle risposte". Obiettivi ambiziosi dunque, che però Puglielli stesso, alla fine, provvvede a diminuire, a rendere meno impellenti e decisivi. Portato avanti quasi su una sorta di 'vorrei ma non posso', il copione procede lungo una storia per lo più arzigogolata e inconcludente, che propone passaggi magici, apparizioni improvvise, casi imperscrutabili, ma poi lascia tutto al punto di partenza, non prova a spiegare niente, si adagia sulla macchietta, sull'insipienza, su 'misteri' che sembrano trucchi da cabaret. Mancano convinzione e forza d'urto, ci sono sprazzi new age, non c'è una seria attenzione per magie, esoterismi, o altre forme di stregoneria. L'operazione, dal punto di vista pastorale, è da valutare come discutibile perché a fronte di qualche buona intenzione c'é una prolungata confusione di idee e di realizzazione, che si traduce in una costante superficialità.
UTILIZZAZIONE: sia in programmazione ordinaria sia in altre occasioni, la proposta del film deve mettere in conto la debolezza sostanziale e il poco peso complessivo del prodotto.