Sogg.: tratto dal libro omonimo di Giuseppe Culicchia - Scenegg.: Davide Ferrario - Fotogr.: (Panoramica/ Colori) Giovanni Cavallini - Mus.: Consorzio suonatori Indipendenti - Mon-tagg.: Luca Gasparini, Claudio Cormio - Dur.: 91' - Produz.: Hera Interna-tional Film Italia (1997)
Interpreti e ruoli
Valerio Mastandrea (Walter Verra), Carlo Monni (Vittorio -padre di Walter), Benedetta Mazzini (Valeria), Gianluca Gobbi (Castracan), Anita Caprioli (Beatrice), Caterina Caselli (Caterina), Adriana Rinaldi (madre di Walter), Alessandra Casella, Tommaso Ragno, andrea Moretti, Tina Venturi, Wladimir Luxuria, Alex Partexano, Sergio Troiano
Soggetto
Il ventiduenne Walter, dopo aver trascorso l'adolescenza a Roma presso la zia Caterina, torna dai genitori a Torino. Frequenta l'università più per inerzia che per convinzione, ma più spesso passa le giornate a girare per la città senza amici e senza soldi. Castracan, coetaneo borghese di sinistra, gli fa discorsi intellettuali che lui rifiuta. Beatrice, di famiglia ricca, cerca di sedurlo ma lui si defila e resta ancora vergine. Non gli piace il mito del facile successo ma non si ritrova in quelli che lo contestano. Decisosi ad espletare il servizio civile, lavora in un centro di assistenza per extracomunitari ma sente di essere poco utile. In rotta col padre, va via di casa ma, finito il servi-zio civile, è costretto a rientrare. La morte in un incidente della zia Caterina gli procura un brutto colpo, accetta allora un posto di commesso e si rasse-gna. Insegue una zingara che si aggirava nel magazzino e, nel retrobottega, ha un rapporto improvviso con lei. Un colpo che forse lo farà crescere e maturare.
Valutazione Pastorale
Tratto dal romanzo omonimo di Giuseppe Culic-chia, il film si propone come la radiografia di una generazione, quella dei ventenni di oggi, in preda alla confusione e alle contraddizioni. Il protagoni-sta è il prototipo del ragazzo senza arte nè parte, che non si vuole integrare ma non fa più la contestazione, aspetta ma non sa bene cosa. Certo il proble-ma è serio e vero, come la ricerca di un lavoro che diventa ricerca di identità, ma il tono rimane troppo spesso epidemico, vi si agitano i temi della sinistra delusa, degli operai frustrati, sempre con poco humour e qualche moralismo di troppo. Tutto ciò si condensa, dal punto di vista pastorale, in immagini ora convincenti ora qua e là pesanti e superflue, con qualche inutile scabrosità. Va data la prevalenza al tono grottesco, per recuperare il film al ruolo di fotografia di una amara realtà di oggi.
Utilizzazione: Con un'attenzione per i minori e tenendo presente che non si tratta di un film di semplice intrattenimento, lo si può utilizzare anche in pro-grammazione ordinaria. Certo molto appropriato è l'uso in situazioni più mirate, per affrontare il grande e sfaccettato capitolo della condizione giova-nile nell'Italia anni Novanta.