ULTIMO STADIO

Valutazione
Discutibile, superficiale, dibattiti
Tematica
Famiglia, Giovani, Matrimonio - coppia
Genere
Commedia
Regia
Ivano De Matteo
Durata
96'
Anno di uscita
2002
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
/////
Distribuzione
Columbia Tristar Films Italia
Musiche
Cor Veleno, Marcello Alluli
Montaggio
Fulvio Molena

Orig.: Italia (2001) - Sogg. e scenegg.: Valentina Furlan - Fotogr.(Scope/a colori): Massimiliano Trevis - Mus.: Cor Veleno, Marcello Alluli - Montagg.: Fulvio Molena - Dur.: 96' - Produz.: Hera International Film.

Interpreti e ruoli

Franco Nero (Antonio), Rolando Ravello (Pietro), Francesca Antonelli (Costanza), Valerio Mastandrea (Marco), Lia Tanzi (Cinzia), Francesca Nunzi (Luana), Cinzia Monreale. (Bea), Victoria Larchenko, Ivano De Matteo ., Stefano Santospago, Manrico Gammarota, Elio Germano

Soggetto

A Roma, il 31 maggio 2001, in attesa che allo Stadio Olimpico si disputi la finale di Coppa dei Campioni, prendono il via alcune storie di persone a vario titolo interessate a quell'avvenimento sportivo. Storie soprattutto di incomprensioni generazionali, di rapporti genitori/figli. Antonio, direttore di un giornale, non riesce a parlare con il figlio Simone, che poi muore in macchina. Cinzia ha un padre anziano, che trascorre molto tempo a pregare, ma di quando in quando insidia Maria, la cameriera. Bea, che ha una figlia adolescente, vuole andare allo stadio insieme al suo compagno Paolo. Un altro genitore porta il figlio piccolo a giocare a pallone e, quando questi si fa male ad un piede, non sente ragioni e lo obbliga a continuare. Dopo un tamponamento, la giovane Alice sale a casa di Massimo, il ragazzo che ha colpito, che ha una figlia piccola. In seguito alcuni amici di Massimo cercano di violentarla in macchina. Infine Achille, l'arbitro della partita, oppresso dai sensi di colpa, all'ultimo momento va via in taxi.

Valutazione Pastorale

Il racconto propone diverse tipologie di famiglie di oggi, viste nell'ottica del rapporto genitori-figli. La famiglia come centro della società é certo bistrattata, osservata con toni amari, e l'ultimo stadio è proprio quello delle situazioni descritte: personaggi o sopra le righe o un po' stereotipati. C'é una debolezza strutturale del copione, una voglia di mettere dentro troppe cose che arriva a risultati acerbi, abbozzati, immaturi. L'esordiente regista affastella gli episodi senza riuscire a farne un affresco robusto e convincente. I problemi della ricerca di sé, della affermazione individuale, del confronto con gli adulti, della sessualità sono trattati ora con convinzione ora con disinteresse, troppo spesso con irrisolto moralismo giovanilista. Sforzandosi comunque di osservare e interpretare una realtà difficile, il film, dal punto di vista pastorale, é da valutare come discutibile, nell'insieme superficiale, ma adatto a dibattiti.
UTILIZZAZIONE: più che in programmazione ordinaria, il film si rivolge ad occasioni mirate, per affrontare temi in generale legati ai rapporti generazionali nell'Italia contemporanea. Attenzione per i minori in vista di passaggi televisivi.

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