Orig.: Francia/Germania (2011) - Sogg. e scenegg.: Mia Hansen Løve - Fotogr.(Panoramica/a colori): Stéphane Fontaine - Mus.: Pascal Mayer (consulente musicale) - Montagg.: Marion Monnier - Dur.: 110' - Produz.: Philippe Martin, David Thion.
Interpreti e ruoli
Lola Créton (Camille), Sebastian Urzendowsky (Sullivan), Magne Havard Brekke (Lorenz), Valerie Bonneton (madre di Camille), Serge Renko (padre di Camille), Ozav Fecht . (madre di Sullivan)
Soggetto
A Parigi, Camille, 15 anni, e Sullivan, 19, vivono una intensa storia d'amore, fino a quando lui, irrequieto, decide di partire per il Sudamerica. Dopo un lungo periodo di tristezza, Camille, impegnata con profitto negli studi di architettura, conosce Lorenz, un architetto norvegese che lavora a Parigi. I due entrano in sintonia e tra loro nasce una relazione. Tuttavia, quando Sullivan torna in città, i ragazzi si rivedono, la passione rinasce ma, ancora una volta, viene interrotta da indecisioni e incertezze. Camille ora passeggia lungo la Loira...
Valutazione Pastorale
Già apprezzata nel 2010 per "Il padre dei miei figli", la 31enne regista sceglie di confrontarsi con le origini, con il momento, bellissimo e doloroso, dell'incontro con il primo amore: con il fascino, i timori, le (in)certezze che un sentimento tanto forte porta fino allo smarrimento. Camille e Sullivan camminano sul sentiero dell'assoluto, incapaci di pensare a qualcosa di diverso, e insieme consapevoli di non saper come gestire le loro emozioni. Si entra quasi subito in quell'inestricabile groviglio affettivo che offre a chi lo vive la sensazione di essere allo stesso tempo padrone del mondo e in una terribile solitudine. La radiografia è nitida, fatta di sensibilità violate, equilibri sfiorati, ritrosie accennate. Nella dinamica successiva, affiorano però alcune battute a vuoto, si attenua la tensione interiore, cala l'impatto tra fremiti del cuore e ribellione emotiva. Quando l'incontro sembra inevitabile, la regista scappa dal melò, e resta su una linea neutra di gelida rassegnazione. Camille soffre ma è come se guardasse se stessa da lontano, restano solo sfiorati e lontani i sulfurei, spiritosi, ostinati scherzi di rohmeriana memoria. L'individualismo di Camille non entra in sintonia con la sensibilità del suo tempo, la ragazza diventa donna senza un aiuto familiare, l'amore riscalda ma alla fine lascia soli e freddi. Ne esce un teorema geometrico e spigoloso, denso di domande e di nessuna risposta, per un svolgimento che, dal punto di vista pastorale, è da valutare come complesso, problematico e adatto per dibattiti.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria, e da proporre in occasioni mirate per avviare riflessioni sui temi evidenziati (adolescenza, amore, sentimenti, famiglia, lavoro...). Attenzione è da tenere per minori e piccoli in vista di passaggi televisivi o di uso di dvd e di altri supporti tecnici.