Orig.: Francia/Italia/Svizzera (2011) - Sogg.: Philippe Garrel, Marc Cholodenko - Scenegg.: Philippe Garrel, Marc Cholodenko, Caroline Deruas Garrel - Fotogr.(Normale/a colori;b&n): Willy Kurant - Mus.: John Cale - Montagg.: Yann Dedet - Dur.: 95' - Produz.: Edouard Weil, Conchita Airoldi, Giorgio Magliulo, Pierre Alain Meier.
Interpreti e ruoli
Louis Garrel (Frédéric), Monica Bellucci (Angéle), Celine Sallette (Elisabeth), Jerome Robart . (Paul), Vladislav Galard (Roland), Vincent Macaigne (Achille), Maurice Garrel (il nonno)
Soggetto
Giovane pittore parigino sposato con Angéle, attrice italiana, Frédéric cerca la morte in un incidente d'auto. Paul, il suo migliore amico, ricorda i momenti vissuti insieme e le pene d'amore che hanno portato a quel gesto. Ecco il flashback. Mentre lavorava come comparsa, Paul sul set ha incontrato Elisabeth e i due si sono innamorati. Durante l'estate, Frédéric invita Paul e Elisabeth a Roma, dove Angèle lavora in un film. Nel bell'appartamento romano, le due coppie trascorrono le giornate parlando di arte e di creatività. Ma tra Paul e Angèle nasce qualcosa, e cominciano i problemi...
Valutazione Pastorale
Passati i sessanta anni (è nato nel 1948), conservare coerenza e freschezza espressiva diventa difficile. Ma non impossibile. Nipotino di una "nouvelle vague" che ha lasciato molti rimpianti e pochi eredi (specialmente nel cinema francese), Garrell non si perde tuttavia d'animo, e compone un racconto ellittico, snodato, fatto di estremi richiami truffautiani, di omaggi cinefili, di pittura d'ambiente. Ma anche di inerti passaggi sentimentali, di incerto dialogare, di rischiosi vuoti d'energia narrativa. Parlare d'amore, d'arte, di tradimenti e, in più, anche di politica, di ideali, di democrazia è bello e giusto ma comporta una compattezza espressiva forse non più raggiungibile. Una recitazione un po' approssimativa (non solo la Bellucci) esprime l'idea di una difficoltà comunicativa, del mai sopito scontro tra realtà e immagine, di un cinema che si ferma sulla soglia del non-detto. Il cinema d'autore ha ancora un senso come luogo di riflessione sulla contemporaneità? Certo l'ermetismo eccessivo fa escludere una fruizioni ampia e condivisa. Dal punto di vista pastorale, il film èda valutare come complesso e in generale velleitario.
Utilizzazione
Il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria, e, forse, dato il taglio autoriale, meglio in situazioni mirate, per parlare di Garrell, di nouvelle vague, di cinema e linguaggio. Poco adatto per minori e piccoli, anche in vista di passaggi televisivi o di uso di dvd e di altri supporti tecnici.