Orig.: Italia (2013) - Sogg. e scenegg: Leonardo Pieraccioni, Paolo Genovese - Fotogr.(Scope/a colori): Fabrizio Lucci - Mus.: Gianluca Sibaldi - Montagg.: Conuelo Catucci - Dur.: 95' - Produz.: Levante e RAI Cinema.
Interpreti e ruoli
Leonardo Pieraccioni (Arnaldo Nardi), Serena Autieri (Anita), Maurizio Battista (Giovannelli), Marco Mazzocca (Esposito), Marianna Di Martino (Camilla), Chiara Mastalli (Anna), Giuseppe Maggio (Marco), David Sef (Edoardo), Alice Bellagamba (Clelia), Massimo Ceccherini (padre di Anna), Giorgio Panariello (cavalier Mazzarra), Alessandro Benvenuti, Enzo Iacchetti
Soggetto
Arnaldo, 45enne, vive in provincia, lavora in banca, è sposato con Anita e la coppia ha due figlie gemelle, Martina e Federica. Nel tempo libero, Arnaldo esce con due colleghi, Giovannelli ed Esposito, per andare a cena e in qualche locale. Proprio all'indomani di una serata a teatro, Anita scopre nella sacca della moto un indumento intimo femminile compromettente. Dopo inutili tentativi per discolparsi, Arnaldo viene cacciato di casa. Vede allora un cartello, si presenta all'indirizzo e prende in affitto una camera in un grande appartamento dove vivono quattro studenti: due ragazzi, Marco e Edoardo, e due ragazze, Camilla e Anna. La vita in comune prende il via tra impacci e imbarazzi. Soprattutto Camilla, incinta di otto mesi, crea qualche apprensione. Si innesca una girandola di equivoci alimentata da situazioni e personaggi di contorno. Alla fine però Arnaldo riesce a dipanare la matassa e a rimettere le cose nel giusto binario. E anche lui trova il coraggio per ripresentarsi a casa e riprendere la vita con la famiglia.
Valutazione Pastorale
La cornice ambientale trova una ulteriore conferma: siamo nella provincia toscana, fatta di antiche bellezze architettoniche, armonie urbanistiche, incroci di sapori e stili. Respirando in mezzo a stradine, vicoli, parchi e boschi, il copione racconta cose altrettanto leggere, autentiche, semplici. A dir la verità, le scansioni narrative dipanano le scintille dell'inevitabile incontro/scontro tra generazioni, incrociano nello sguardo dei giovani e degli adulti alcune serie difficoltà: Camilla rimasta incinta con un uomo che è scappato; Clelia in grave difficoltà perché innamorata di un ragazzo di colore, di cui il padre non sopporta la presenza. E poi, a disegnare la dimensione del tempo, c'è la routine della cittadina, quella noia quotidiana che fa smuovere la fantasia e sognare evasioni in mari lontani. I graffi della realtà assumono i toni della favola moderna, prendono colori morbidi e piacevoli. La musa di Pieraccioni si adagia nei ricordi del passato (la citazione da "I laureati"), riflette con un sorriso sul passare degi anni, verifica le distanze verso le abitudini giovanili. La fuga sulla caravella inquadra l'inizio e la fine del racconto. Arnaldo torna a casa, il suo futuro in fondo è lì. Forse quegli studenti faranno fatica a trovare lavoro (in banca, come lui?), forse non tutti i genitori sono così comprensivi verso una anonima maternità della figlia. Ma non importa. La fiaba è bella anche per questo. Il Pieraccioni regista resta ancorato ad un cinema un po' superato ma ostinatamente gentile e scanzonato. E il film, dal punto di vista pastorale, è da valutare come consigliabile e nell'insieme brillante.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in successive occasioni come prodotto gradevole e di semplice consumo.