Orig.: Stati Uniti (1999) - Sogg.: Steven Paul e Francisca Matos & Robert Grasmere - Scenegg.: Bob Clark e Greg Michael - Fotogr.(Scope/a colori): Stephen M.Katz - Mus.: Paul Zaza - Montagg.: Stan Cole - Dur.: 94' - Produz.: Steven Paul.
Interpreti e ruoli
Kathleen Turner (Elena Kinder), Christopher Lloyd (Heep), Kim Cattral (Robin), Peter MacNicol (Dan), Dom Deluise (Lenny), Ruby Dee (Margo), Kyle Howard (Dickie), Kaye Ballard (sindaco), Jim Hanks (Ray), Sam McMurray . (Bob)
Soggetto
La dottoressa Elena Kinder dirige con il socio Heep la Babyco, in apparenza industria nel settore dei prodotti per la cura dei bambini ma in realtà organizzazione segreta di ricerca: isolando il genio dei neonati ancora in fasce, i due sperano di controllare e plasmare le loro menti brillanti e di sfruttarle per i loro affari personali. Dall'altra parte c'é Robin, la nipote di Elena, e suo marito il dottor Dan. Insieme hanno fondato l'asilo Bobbins, dove sono impegnati in ricerche similari: Dan pensa che i bambini parlino un loro linguaggio e siano dotati di una saggezza universale, che svaniscono all'età di due anni, quando entrano in contatto con il mondo degli adulti. Elena ha adottato due gemelli che ha separato subito dopo la nascita. Tiene con sé il piccolo Sly,e affida Whit a Robin e Dan. Mentre si preparano le cure a suo danno, Sly riesce a fuggire, arriva in un grande magazzino, viene scambiato con il gemello, e così i loro destini si invertono. Quando Sly sta per rendere pubbliche le infide manovre di Elena, la dottoressa scappa con i piccoli geni ancora in suo possesso, sperando di salvare qualcosa del proprio progetto. Sly però organizza un piccolo esercito in erba, e lancia adulti e polizia all'inseguimento. Cos', all'interno della cupola di Joyworld, Elena viene raggiunta e arrestata. Robin e Dan accolgono i due gemelli accanto alla loro figlia appena nata. "Il segreto forse -dice Dan- è quello di non sapere".
Valutazione Pastorale
Si tratta di una commedia che si può definire di genere fantastico per il modo favoleggiante e un po' sospeso con cui affronta argomenti a metà tra il reale e l'immaginario, tra teorie scientifiche e libera invenzione. La storia infatti é leggera, ma può offrire qualche spunto di riflessione sui temi del linguaggio e della crescita, del rapporto adulti/bambini, sulla necessità da parte dei 'grandi' di saper ascoltare quello che i 'piccoli' si sforzano di comunicare. Non mancano naturalmente i richiami ai pericoli di una ricerca scientifica che con troppa disinvoltura fa 'esperimenti' sui neonati, e c'é una autoironia di fondo a dare l'andamento del gioco. Risulta stonato e troppo prolungato lo spazio assegnato alla presenza dei 'geni in pannolino': usano frasi e compiono azioni che scimmiottano gli adulti, risultando in certi passaggi stucchevoli, poco aggraziati e poco simpatici. Questo, dal punto di vista pastorale, induce a segnalare qualche riserva in un film peraltro positivo, e generalmente semplice.
UTILIZZAZIONE: La fascia ideale di spettatori è senz'altro quella dei bambini, anche piccoli. In occasione di visioni scolastiche o festive loro riservate, non sarà male prevedere una breve introduzione e un intervento conclusivo a supporto della storia appena vista.