UN PIEDE IN PARADISO

Valutazione
Discutibile, Ambiguità
Tematica
Genere
Commedia
Regia
E.B. Clucher
Durata
98'
Anno di uscita
1991
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
UN PIEDE IN PARADISO
Distribuzione
Penta Distribuzione
Soggetto e Sceneggiatura
Marco Tullio Barboni Marco Tullio Barboni, Giuseppe Pedersoli
Musiche
Giancarlo Bigazzi
Montaggio
Eugenio Alabiso

Sogg.: Marco Tullio Barboni, Giuseppe Pedersoli - Scenegg.: Marco Tullio Barboni - Fotogr.: (panoramica/a colori) Alfio Contini - Mus.: Giancarlo Bigazzi - Montagg.: Eugenio Alabiso - Dur.: 98' - Produz.: Claudio Bonivento, Giuseppe Pedersoli

Interpreti e ruoli

Bud Spencer (Bull Webster), Carol Alt (Veronica), Thierry Lhermitte (Victor), Sharon Madden, Sean Arnold, Riccardo Pizzuti, Jean Sorel, Ian Bannen, Diamante

Soggetto

a Miami, Bull Webster capeggia una piccola cooperativa di taxi: è un gigantesco brav'uomo che si batte contro Rockwood, presidente di una società di taxi rossi, deciso a fagocitare i modesti indebitati concorrenti. Quando un giovincello squattrinato e frettoloso dà a Webster per una corsa i pochissimi dollari del suo borsellino e il biglietto di una grande lotteria, Bull vince una somma enorme (duecento miliardi). Pertanto gli tocca andare a caccia di un giubbotto (il biglietto fortunato sta nel taschino) che la moglie ha inviato in lavanderia. Ora accade che da tempo l'angelo Victor e la diavolessa Veronica siano stati inviati in missione sulla Terra e messi alle costole di Webster, rispettivamente dal Grande Fratello e da Lucifero, per esaminare il comportamento di Bull. Tra questi avviene una lotta senza tregua: Victor, diventato ospite e amico dell'uomo, e Veronica, una seducente creatura, fanno ricorso a trucchetti e trovate. L'occasione della caccia al biglietto metterà alla prova la tenacia e le intenzioni di Bull, che alla fine rende partecipi i suoi soci dei dollari incassati e, dopo aver battuto gli odiati taxi rossi di Rochwood (assistito dal perfido avvocato Morrison, in cui la diavolessa ha trovato un alleato) inaugura una sede prestigiosa, liberando la cooperativa dall'assillo di ipoteche e scadenze. Quanto a Victor e Veronica, essi saranno espulsi dai superiori per le infrazioni compiute ai rispettivi codici di comportamento, e saranno costretti a lavorare alle dipendenze di Bull.

Valutazione Pastorale

una commediola di pura evasione, con qualche battutina amena e un bello scontro fracassone fra tassisti decisi a sfasciare le loro macchine rosse e bianco-gialle, più, ovviamente, le debordanti fattezze di Bud Spencer e l'elegante forza seduttrice della inviata di Lucifero, Carol Alt. D'altra parte, dopo qualche concitazione (la caccia affannosa al biglietto fortunato), i dollari sono destinati e goduti in maniera equa. Una lettura, tuttavia, meno superficiale e un pò più attenta a rendersi conto della sostanza delle idee e delle cose, impone considerazioni diverse. La storia del Cinema non solo è lastricata da biglietti di lotterie, ma anche frequentata da angeli custodi e diavoli rosso-fuoco, con precisi incarichi a riguardo degli umani. Ma tali personaggi erano trattati con intenzioni molto meno vaghe, con maggiore garbo e minore disinvoltura nel senso del limite, a simboleggiare la lotta fra il Bene ed il Male. Qui essi finiscono con l'essere espulsi per inefficienza dai rispettivi ruoli organici, però si adattano benissimo a giocare all'uomo e alla donna, iscritti addirittura sul libro-paga di Bull loro nuovo principale, il quale passa con totale indifferenza da Dio alla dea Fortuna nella sua nuova e comoda situazione. Con un finale che, ammiccando lui ancora al Paradiso (ci ha messo uno dei suoi piedoni, tanto per assicurarsi una opzioncella), fa beneficiare dei suoi dollari un bel mucchio di gente, ma innalza il personaggio umano su di un piedistallo materialistico, in cui di sacro (nonché di Luciferino) non c'è più nulla. Come dire in sostanza che di angeli e di diavoli il mondo può fare benissimo a meno, salvo assumerli e retribuirli alle proprie dipendenze. Ecco perché, malgrado la sua bonomia ed il ritmo allegro, in questa sede il film deve essere classificato come discutibile e viziato di ambiguità.

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