Orig.: Italia (2015) - Sogg. e scenegg.: Francesco Ghiaccio, Marco D'Amore - Fotogr.(Panoramica/a colori; B&N): Guido Michelotti - Mus.. Enrico Pesce - Montagg.: Chiara Griziotti - Dur.: 102' - Produz.: Indiana Production; La Piccola Società con Rai Cinema.
Interpreti e ruoli
Marco D'Amore (Luca), Giorgio Colangeli (Eduardo), Matilde Gioli (Raffaella)
Soggetto
Casale Monferrato, anno 2011. Eduardo e Luca, padre e figlio, si sono allontanati da molto tempo. Si riavvicinano quando il padre, da tempo ammalato, si aggrava e viene ricoverato. Luca sa che si tratta di una malattia causata dalle esalazioni dell'amianto respirate dall'uomo in trenta anni di lavoro in fabbrica. Luca è oggi disilluso e pessimista, uno sconfitto anche perché ha dovuto rinunciare alla passione per il teatro che amava tanto. Tuttavia Eduardo, prima di morire, gli fa la sorpresa di mettergli a disposizione un palcoscenico, dove Luca potrà riprendere il rapporto con il pubblico, magari mettendo in scena propri quella vicenda che ha significato la fine per suo padre e per tanti uomini e donne nella cittadina piemontese.
Valutazione Pastorale
Vengono ripercorse le tragiche vicende che hanno segnato la vita della Eternit, uno degli stabilimenti di produzione di cemento-amianto più grandi d'Europa, al cui interno, alla fine degli anni Settanta, si fece strada la consapevolezza che le esalazioni dell'amianto provocavano terribili e letali tumori. Se il punto di partenza è autentico, la scelta di Ghiaccio va nella direzione di mettere insieme verità, finzione, cronaca, storia, poesia e dramma sociale: ricorrendo anche al recupero di spezzoni di cinegiornali d'archivio e alle testimonianze dei sopravvissuti. Esordiente, dopo un diploma alla Scuola Paolo Grassi di Milano, in sintonia artistica con Marco D'amore, con cui scrive il copione, Ghiaccio si accorge di avere molti materiali da utilizzare e sembra in difficoltà sulle scelta da compiere in senso espressivo. Il binario del cinema di denuncia (che sembrerebbe il più logico) viene scavalcato, dalle amarezze del rapporto padre/figlio, dalle forte stato di destabilizzazione di Luca ragazzo alla deriva nella vita, nelle passioni, negli affetti. Il dolore pubblico dei cittadini si confonde con quello privato tra Eduardo e Luca, e il riscatto resta un po' fine a se stesso, lasciato come sospeso a mezz'aria da immagini non sempre coerenti o robuste. Ne esce alla fine un'opera di belle intenzioni umane e solidali, che ricorda eventi e vittime per molti oggi dimenticati, e tuttavia resta alquanto sospeso tra decisione e incertezze. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come complesso, problematico e da affidare a dibattiti.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in successive circostanze come occasione per tornare a parlare di una tragica vicenda italiana: e anche dl rapporto tra storia e cinema di denuncia.