UNA PURA FORMALITÀ

Valutazione
Discutibile, Problematico
Tematica
Metafore del nostro tempo, Psicologia
Genere
Fantastico
Regia
Giuseppe Tornatore
Durata
108’
Anno di uscita
1994
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
UNA PURA FORMALITÀ
Distribuzione
Penta Distribuzione
Soggetto e Sceneggiatura
Giuseppe Tornatore, Pascal Quignard Giuseppe Tornatore
Musiche
Ennio Morricone
Montaggio
Giuseppe Tornatore

Sogg.: Giuseppe Tornatore - Scenegg.: Giuseppe Tornatore, Pascal Quignard - Fotogr.(Scope/a colori): Blasco Giurato - Mus.: Ennio Morricone - Montagg.: Giuseppe Tornatore - Dur.: 108’ - Produz.: C.G. Tiger, Roma; Film Par Film, Paris.

Interpreti e ruoli

Gerard Depardieu (Onoff), Roman Polanski (il commissario), Sergio Rubini (poliziotto), Nicola Di Pinto (il capitano), Tano Cimarosa (inserviente), Paolo Lombardi (il maresciallo), Maria Rosa Spagnolo . (Paola)

Soggetto

Durante una pioggia torrenziale, un uomo infangato ed infreddolito, trovato dalla polizia senza documenti, viene condotto in un fatiscente commissariato, dove l’orologio ha le lancette spezzate e dal soffitto gocciola l’acqua, che viene raccolta con recipienti vari. Un inserviente gli offre del latte caldo, ma lui glielo getta in faccia e successivamente ha un diverbio con gli agenti. Al commissario sopraggiunto dice di essere Onoff, il celebre scrittore: l’altro gli cita allora la frase di un suo romanzo, ma egli non la ricorda. Lo scrittore si cita a sua volta ed il commissario si convince. Ma stupisce di vederlo senza la folta barba: anche lo scrittore non sa spiegarsi la cosa; poi nel cambiarsi gli abiti si accorge di una macchia di sangue sulla camicia strappata e dopo aver tentato di eliminare il brandello lo ingoia. Nella contraddittoria deposizione, ammette di aver passato la notte nel casale con tale Daniela Febbraio, la sua agente. Intanto chiede invano di telefonare: le linee telefoniche sono interrotte. Approfittando dell’assenza della luce Onoff stordisce un agente e si cala dalla finestra, ma, dopo esser incappato in una tagliola, viene ripreso. Nuovi elementi emergono: Onoff è un trovatello di norme Biagio Febbraio, ed il suo maestro è stato un barbone del quale ha decifrato un libro scritto in codice che lo ha consacrato definitivamente; è stato sposato due volte, e la donna con cui ha trascorso le ultime ore è la seconda ex moglie, Paola. Il commissario gli mostra le fotografie trovate nel suo casale: le cercava da tempo, e vi riconosce volti e nomi della gioventù. Infine ha la visione di se stesso che si spara. Invano chiama Paola al telefono: lei non sembra sentirlo. La verità è che si è suicidato. Poi un altro essere giunge allo strano commissariato per un interrogatorio, mentre lui viene portato via.

Valutazione Pastorale

Indubbiamente suggestiva l’ipotesi di un esame di coscienza “post mortem” cammuffato da interrogatorio in una fatiscente stazione di polizia. Non altrettanto felice però la sua realizzazione: Giuseppe Tornatore si addentra qui nel delicato terreno della parabola metafisica, con allegorie accuratamente mascherate da quotidiano, con trucchi a volte talmente scoperti che finiscono per indisporre lo spettatore: troppi dettagli non quadrano, a cominciare dall’altalenante deposizione di Onoff (On-Off), simbolo sia dell’artista alla ricerca sempre più vana di se stesso che si uccide per mancanza di creatività, sia dell’uomo che brancola nel buio e nella pioggia di un mondo per molti versi incomprensibile ed incongruo, dove come in un labirinto si finisce per girare in tondo. D’accordo che tutto ciò è un’allegorica allucinazione: ma la tagliola che si stringe su una gamba martoriandola e la testa di Onoff sbattuta su un tavolo fino a farla sanguinare sono dei “depistaggi” francamente artificiosi. A tutto si aggiunge un ritmo macchinoso ed un dialogo talora pesante. Film ambizioso, ma tutto sommato tanto cerebrale quanto deludente.

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