VALZER

Valutazione
Consigliabile, Problematico, Adatto per dibattiti
Tematica
Donna, Famiglia - genitori figli
Genere
Drammatico
Regia
Salvatore Maira
Durata
87'
Anno di uscita
2009
Nazionalità
Italia
Distribuzione
Home Film
Musiche
Nicola Campogrande

Orig.: Italia (2007) - Sogg. e scenegg.: Salvatore Maira - Fotogr.(Panoramica/a colori): Maurizio Calvesi - Mus.: Nicola Campogrande - Montagg.: - Dur.: 87' - Produz.: Gianmario Feletti, Marco Quintili, Stefano Sciarra, Marisa Grieco.

Interpreti e ruoli

Valeria Solarino (Assunta), Maurizio Micheli (il padre), Marina Rocco (Lucia), Graziano Piazza (il capo), Eugenio Allegri (il professore), Zaira Berrezouga (Fatima), Giuseppe Moretti (Vittorio), Francesco Feletti (assistente del capo), Gianni Canavacciuolo (il concierge), Majlinda Agaj (Olga), Benedicta Boccoli . (Maria), Rosaria Russo (donna di Hammam), Cristina Serafini . (manager)

Soggetto

A Torino, in un grande albergo, arriva un uomo. Tornato in Italia dopo dieci anni trascorsi da innocente nelle carceri argentine, cerca la figlia Lucia che lo aoiutato scrivendogli lettere belle e commoventi. La ricerca é destinata a fallire: ben presto l'uomo capisce che Lucia é andata via da un pezzo e che la cameriera Assunta, con cui è entrato in confidenza, é la vera autrice delle lettere. I due cominciano a parlare, mentre ad un piano dell'albergo si svolge un seminario sulla corruzione nel calcio. E tra le molte sue colleghe, Assunta riserva attenzione soprattutto a una ragazza palestinese, reduce da tristi esperienze personali. Alla fine assunta decide di lasciare il lavoro nell'albergo. L'uomo la saluta e resta solo con se stesso.

Valutazione Pastorale

La particolarità va detto subito. Il film è stato girato in un unico piano sequenza. Anche le parti in flash back non interrompono il flusso continuo della narrazione principale, perché sono simultanee ad essa. 90' per delineare uno scenario unico ma pieno di effetti diversi e di squarci di vita colti quasi di nascosto. Questa scelta stilistica non è un semplice esercizio formale. Il più adatto a offrire la spiegazione è il reista stesso: " (...) E' la perdita del rapporto ottimistico col reale che ho cercato di rappresentare facendo a meno dell'elemento fondamentale del linguaggio cinematografico, cioé il montaggio, il pilastro della simulazione e dell'illusione della continuità, la struttura portante del cinema classico, il regolatore del tempo e del ritmo. Il piano sequenza, il mio piano sequenza, é diventato così la forma dello smarrimento". Non sembra necessario aggiungere altro. Autore da sempre attento e sensibile all'umanità dell'individuo e alle crepe della società in cui vive, Maira ci fa entrare nel suo gioco dolce/amaro e ci invita ad essere sempre partecipi, a non fare finta di niente. Dal punto di vista pastorale, il film é da valutare come consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.

Utilizzazione

Il film é da utilizzare in programmazione ordinaria e in seguito come proposta di film italiano di sostanza e innovativo.

Le altre valutazioni

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