VATEL

Valutazione
Discutibile, complesso**
Tematica
Politica-Società, Potere, Storia
Genere
Drammatico
Regia
Roland Joffè
Durata
110'
Anno di uscita
2000
Nazionalità
Francia, Gran Bretagna
Titolo Originale
Vatel
Distribuzione
20th Century Fox
Musiche
Ennio Morricone
Montaggio
Noelle Boisson

Orig.: Francia/Gran Bretagna (2000) - Sogg. e scenegg.: Jeanne Labrune (Tom Stoppard per l'edizione inglese) - Fotogr.(Scope/a colori): Robert Fraisse - Mus.: Ennio Morricone - Montagg.: Noelle Boisson - Dur.: 110' - Produz.: Alain Goldmann, Roland Joffé.

Interpreti e ruoli

Gerard Depardieu (Francois Vatel), Julian Sands (Luigi XIV), Uma Thurman (madame de Montausier), Tim Roth (marchese di Lauzin), Julian Glover (principe di Condé), Murray Lachlan Young (Monsieur), Arielle Dombasle

Soggetto

Il 10 aprile 1671 il principe di Condé, che sta lottando contro l'avanzare di un male che gli riduce la mobilità, é informato dell'imminente arrivo di Luigi XIV: c'é da procedere all'assegnazione del comando per l'imminente guerra, e il principe é vivamente invitato a cercare di ottenere quel ruolo. Condé allora comincia a dare istruzioni per preparare tutto nel migliore dei modi: le stanze del castello, le sale, i grandi giardini e soprattutto i pranzi e le cene. Chiama Francois Vatel, responsabile del cerimoniale, e gli fornisce precise istruzioni. Vatel si mette subito al lavoro: si tratta di organizzare da un lato il lavoro in cucina, dall'altro quello dell'accoglienza e dei festeggiamenti. Ma intanto dentro il castello Condé deve fare i conti con gli inganni, le finzioni, i doppio giochi di quelli che lo circondano, Monsieur e il marchese di Lauzin in primo piano. Le mire, le gelosie, gli arrivismi aumentano con l'arrivo al castello di Luigi XIV e, nel corteo, di madame di Montausier. Mentre dà ordini per cibo e bevande, Vatel non può sottrarsi al fascino della Montarsieu ed entrare così nel gioco pericoloso delle rivalità. La cena che conclude i tre giorni di permanenza del re é arricchita da uno spettacolo pirotecnico e funambolismi nei giardini. La Montausier lo lascia, perché altre relazioni deve mantenere per salire nella scala delle cortigiane. E la cena minaccia di finire male per il mancato arrivo del pesce. Vatel si sente sconfitto e si uccide gettandosi sopra una spada incastrata nella porta della camera.

Valutazione Pastorale

La figura di Vatel sembra autentica, testimoniata da alcune lettere datate aprile 1671 e scritte da Madame de Sevigné alla figlia madame de Grignan. Nonostante sia del tutto inventato il personaggio della Montausier, nell'insieme la cornice storica può dirsi attendibile, certo irrobustita da una ricostruzione fatta senza risparmio, curata in ogni dettaglio, resa vibrante dal tono un po' claustrofobico dello svolgimento in unico ambiente. Il filo conduttore é presto individuato: la Storia, quella grande e maiuscola, mentre fa scontrare ideali e intrighi e consegna ai posteri pochi nomi importanti, vive anche di personaggi minori, di comprimari, di individui che hanno contribuito a realizzare gli avvenimenti ma non vi hanno poi partecipato. Vatel é uno di questi, una piccola grande comparsa senza la cui presenza forse la cucina francese sarebbe oggi meno apprezzata. Per Vatel cucinare non significa sfamarsi ma sfidare i prodotti della natura, piegarli alle proprie esigenze, lavorarli con fantasia: insomma sbalordire, stupire. Il cibo come luogo di creatività, terreno di sfida, dimostrazione di affermazione di sé e di rivincita verso gli altri. Gli intrighi culinari e quelli amorosi vanno allora di pari passo, e la sconfitta in entrambi significa per Vatel la fine. Su questa faccia oscura e certo non esemplare della Storia il film gioca la carta di un affresco ora visivamente affascinante ora un po' troppo di maniera e stereotipato. Ma qualcosa c'è: quel senso di una fatica dura e quotidiana per andare avanti tra ostilità e sbeffeggiamenti. Dal punto di vista pastorale, il film dunque, tra momenti validi ed altri meno risolti (anche il suicidio finale appare sbrigativo e poco convinto), é da valutare come discutibile, e complesso per le interessanti riflessioni che suscita.
UTILIZZAZIONE: il film é da utilizzare in programmazione ordinaria, con attenzione per la presenza dei minori. Da proporre per avviare riflessioni sul rapporto cibo-Storia, e su quello tra Cinema e cibo. La visione in famiglia è da accompagnare con qualche utile supporto .

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