Sogg.: Bruno Bigoni - Scenegg.: Bruno Bigoni, Fabio Carlini - Fotogr.: (panoramica/a colori) Luca Bigazzi - Mus.: Davide Masarati - Montagg.: Claudio Cormio - Dur.: 90 - Produz.: Minnie Ferrara
Interpreti e ruoli
Marina Confalone (Cristina), Carlo Colnaghi (Tonio Strano), Elio De Capitano (Bruno Strano), Ida Marinelli (Maria), Valeria DOnofrio (Anna), Matteo Bigoni (Carlo), Fabio Modesti (Vittorio)
Soggetto
morendo, lanziano padre di Tonio e Bruno Strano crea molti dissapori in famiglia. Ricoverata la loro madre in un ospizio, i due figli si adirano per la spartizione della roba. Strano era proprietario in campagna di un antico edificio, con annesso laboratorio di restauro mobili. Gli eredi, che da sempre si detestano, anche tallonati dalle rispettive consorti, si dividono in maniera maniacale stanze, masserizie e clienti. Il più anziano è Tonio, tipo aspro di per sè ed attaccabrighe, con la moglie Maria, lamentosa e pugnace al suo fianco; il più giovane è Bruno, che ricambia allaltro un odio viscerale, stimolato da Cristina, donna avida e nervosa. Caso strano i tre cugini, Vittorio, Carlo ed Anna, vanno invece daccordo. Dopo un susseguirsi di ripicche, rancori, scherzi velenosi e cattiverie varie e morta per un malore la moglie di Tonio, al termine della ennesima lite Bruno scompare da casa: tutto ciò che ne resta sono un motociclo e il su!o cappellaccio sporco di sangue. Accusato di averlo ucciso, Tonio finisce in prigione; Vittorio e Carlo lasciano la grande casa, mentre Cristina ora sola e efficiente si trasforma in una valida donna daffari. Eppure cè gente che afferma di aver visto in giro Bruno vivo e vegeto. In realtà Bruno ha portato a termine la sua macchinazione: in odio al fratello lha voluto in carcere e vive di espedienti. Il giorno in cui il presunto morto viene coinvolto in una rissa di giovinastri, lintrigo viene a galla: la polizia scopre la sua identità e Tonio esce di galera. Con due lauti assegni, una emittente televisiva si assicura in diretta la stretta di mano e laffettuoso abbraccio fra i due fratelli, contornati da madre e congiunti, tutti uniti e sorridenti davanti alla telecamera. Limmagine è fittizia, un vero falso per lopinione pubblica: Tonio e Bruno continueranno a odiarsi fraternamente.
Valutazione Pastorale
prova piuttosto modesta questo film di Bruno Bigoni sul binomio Caino-Abele e su di un odio, che più assurdo e rabbioso non potrebbe essere. Il film è grezzo, spesso esitante, con passaggi a volte bruschi, a volte incerti, malgrado le sue pretese. Il finale sfocia in una specie di metafora con venature grottesche (e altre si avvertono qua e là), per quella pace fasulla, inventata dalla perfida televisione per commuovere gli utenti e decretare il lieto fine. Lunico aspetto positivo della stramba vicenda è offerto dai giovani cugini, estranei a intenzioni delittuose e tristi, nonchè a folli complicità. Interpretazione corriva, fatta eccezione per Marina Confalone, la cui vocazione alla comicità riesce a filtrare anche nei momenti seri.