Orig.: Italia (2001) - Sogg. e scenegg.: Maura Nuccetelli, Laura Paolucci, Daniele Vicari - Fotogr.(Panoramica/a colori): Gherardo Gossi - Mus.: Massimo Zamboni - Montagg.: Marco Spoletini - Dur.: 111' - Produz.: Domenico Procacci.
Interpreti e ruoli
Valerio Mastandrea (Stefano), Cristiano Morroni (Claudio), Alessia Barela (Giovanna), Ivano De Matteo . (Fischio), Emanuela Barilozzi (Jessica), Massimiliano Dau (Gianluca), Ennio Girolami (padre di Stefano), Sara Franchetti (madre di Stefano)
Soggetto
Il diciassettenne Claudio vuole fare il meccanico, andando contro il desiderio del padre che vorrebbe affidargli la sua ditta di autodemolizioni. Stefano, 35 anni, ha un'officina a Ostia, conosce Claudio e convince il padre a mandargli il ragazzo in prova. Ben presto Claudio dimostra un vero talento per i motori: modifica quello di una vecchia Ford e con quella macchina Stefano, che frequenta il mondo delle corse clandestine notturne, riesce a mettere in difficoltà il suo nemico storico Fischio. Tutto va avanti per il meglio, fino al giorno in cui Claudio conosce Giovanna, che lavora in un locale notturno sul mare ma vorrebbe studiare e costruirsi una vita migliore. Quando Giovanna, in ritardo con pagamento dell'affitto, viene sfrattata, Claudio decide di ospitarla in un capannone dell'officina. Stefano non si oppone. Ma, essendo nei guai per un grosso debito, vede quella relazione come un intralcio ai propri progetti, primo dei quali vincere il premio in una gara automobilistica pericolosa e difficile. Claudio in effetti appare distratto e svogliato. Capita un giorno che, allontanatosi Claudio, Stefano e Giovanna restano soli nel capannone: prima litigano poi hanno un rapporto improvviso e intenso, dopo il quale Giovanna lascia il posto. Stefano dice tutto a Claudio. Arriva la notte della gara. Stefano e Claudio ottengono il successo. La mattina seguente Claudio smonta la macchina vincente e lascia l'officina. Stefano osserva tutti i pezzi sparsi per terra.
Valutazione Pastorale
Spiega Daniele Vicari, esordiente alla regia: "...per realizzare un reportage sul mondo dei 'patiti' delle automobili, ho conosciuto l'universo notturno delle gare clandestine: ragazzi che durante il giorno conducono vite normali, la notte indossano i panni del 'pirata' e si sfidano a velocità folli sui lunghi nastri d'asfalto che attraversano la metropoli (...) In questo ambiente molto maschile dove i sentimenti vengono esaperati...i giovanissimi, ancora in motorino, crescono con il mito del più forte e del più bravo, sognando un'auto sensuale come una donna e veloce come un proiettile, adatta a superare ogni senso di impotenza, ogni frustrazione...metafora di una civiltà, la nostra, basata sull'affermazione individuale ad ogni costo...". Queste dichiarazioni di Vicari sono utili per collocare il film nella giusta cornice sociale, ambientale, culturale. I due protagonisti, Claudio e Sfetano, sono i rappresentanti di due generazioni successive (17 e 35 anni) che hanno perso il contatto con i valori su cui poggia la crescita della società e sono alla disperata ricerca di vuoti da riempire. Claudio in particolare accusa lo stordimento di chi non ha gli strumenti per rapportarsi con la realtà e ne frequenta solo gli aspetti più materiali che però sembrano non bastargli. Il mondo delle corse notturne, dove i giovani mettono a rischio la vita, funziona bene dunque come palcoscenico sul quale va in scena la tragica rappresentazione del rifiuto di sè e del disagio giovanile contemporaneo. Unendo uno stile quasi documentaristico (nelle sequenze delle corse) a momenti in cui emergono sentimenti 'antichi' come amicizia, amore, tradimento, Vicari disegna una scenario di miseria morale nel buio del quale si accendono luci e speranze (il rapporto di Claudio con i genitori, quel finale con la macchina 'smontata'). Ben girato, con un occhio rivolto anche allo spettacolo che in qualche passaggio rischia di allentare la tensione, il film è però sostanzialmente di denuncia, quindi propositivo e interessante. Dal punto di vista pastorale, evidenziate riserve per alcune situazioni descritte con troppa disinvoltura, il film è da valutare come accettabile, e senz'altro realistico.
UTILIZZAZIONE: il film é da utilizzare in programmazione ordinaria con attenzione per la presenza dei minori. Per questi ultimi sono da preferire occasioni mirate, con possibilità di riflessioni e scambio di opinioni.