Sogg. e Scenegg.: Janus Cercone - Fotogr.: (normale/a colori) Matthew F. Leonetti - Mus.: Cliff Eidelman - Montagg.: Don Zimmerman, Mark Warner - Dur.: 108' - Produz.: Michael Manheim, David V. Picker
Interpreti e ruoli
Steve Martin (Jonas Nightengale), Debra Winger (Jane), Lolita Davidovich (Marva), Liam Neeson (Will), Lukas Haas (Boyd), Meat Loaf (Hoover), Philip Seymour Hoffman (Matt), M.C. Gainey, La Chanze, Delores Hall, John Toles-Bey
Soggetto
Jonas Noghtngale, un predicatore che con la socia-manager, Jane, ed un nutrito stuolo di collaboratori percorre con la sua carovana gli Stati Uniti, in cerca di anime credule dà subito prova della sua capacità di capire immediatamente i problemi altrui, evitando la multa di un deciso ma frustrato poliziotto. In seguito ad un guasto meccanico ad un mezzo, la carovana è costretta a restare per quattro giorni nella cittadina texana di Rustwater, dove non piove da mesi, i raccolti del mais sono in pericolo e la gente vive stentatamente. Ottenuto dal riluttante sceriffo Will il permesso, Jonas con il suo gruppo alza un pittoresco tendone, a metà tra circo e cattedrale. Qui un enorme Cristo ligneo domina una pedana, dove si esibiscono bravissimi gospel-singer di colore ed il "reverendo" imbonisce ed esalta la folla da consumato show-man ed istrione. Con il vecchio trucco delle microspie ed una televisione a circuito chiuso Jane avvisa Jonas circa i personaggi più consoni alla messa in scena di trucchi e "miracoli" che non mancano di suscitare un enorme entusiasmo tra la folla. Mentre, tra un sermone-balletto e l'altro, Jonas si interessa a Marva, avvenente cameriera di uno snack, con un fratello, Boyd, semi-paralizzato, Jane si incarica, non certo controvoglia, di tenere a bada Will, che non tollera l'attività della troup. La crescente infatuazione della folla per Jonas induce Will ad un gesto clamoroso: informatosi sul predicatore, ne denuncia ai fedeli il poco edificante passato; ma Jonas ribalta abilmente la situazione, sostenendo che solo un ex peccatore può capire i peccati altrui. La manipolazione furtiva sul crocifisso provoca un autentico furore religioso nella popolazione locale, alla quale si aggiungono curiosi e visitatori che oltretutto rimpinguano le scarse finanze locali. Mentre tra Jane e Will nasce l'amore, durante l'ultimo show, dopo le "guarigioni" di rito, si avvicina al palco Boyd, sulle stampelle. Sapendo che è stato già ingannato da un ciarlatano precedentemente, Jonas vorrebbe ritirarsi, ma la folla lo obbliga a compiere l'impossibile miracolo. mA, con meraviglia dello stesso Jonas, il ragazzo, dopo aver toccato i piedi del Cristo, si mette a camminare. Sconvolto da qualcosa che rompe tutti gli schemi cinici e superficiali in cui una vita senza luce, dopo un'infanzia assai triste, lo ha imprigionato, Jonas abbandona tutto e se ne va in autostop. Jane inizierà con Will una nuova vita, e sul camion che porta via il predicatore, sul tendone dove accorre la folla entusiasta, su uomini e animali si abbatte, provvidenziale, la pioggia.
Valutazione Pastorale
i predicatori itineranti sono antica tradizione della chiesa, ma si sa, l'America ha sempre trasformatosecondo i suoi stilemi le più diverse esperienze culturali ed antropologiche del Veccio Mondo. Così all'antico frate predicatore con barbone e bisacca subentra il moderno predicatore, con un apparato da circo, l'uso sapiente di musiche accattivanti, e il coinvolgimento della folla basato su metodi che richiamano molto quelli usati dai grandi affabulatori della moderna comunicazione. Jonas è un cinico consapevole del suo gioco sporco, che gestisce le sue non comuni doti d'istrione vendendo speranze alla gente, cui fornisce degli ottimi show musicali (la colonna sonora e i gospel-singer meritano una menzione d'onore), dei finti miracoli, e tanta esaltazione. Quello che lascia perplessi, anche nei casi in cui il predicatore sia sincero, è questa spettacolare banalizzazione del sacro, trasformato in qualcosa tra l'happening e lo show, che, se fa sentire certo meglio chi si sente solo e può finalmente godere del bagno rigenerante di una comunità in festa, non necessariamente sviluppa in lui la fede. E va dato atto al regista di aver, con il disvelamento implacabile della macchina mangiasoldi che si nasconde dietro la facciata, avvertito chiaramente il pubblico su cosa c'è sotto, non sempre, ma in molti casi, tali iniziative. Nello stesso tempo, il miracolo, che in definitiva potrebbe essere anche prodotto da uno shock psicomotorio dovuto all'intensa suggestione del momento, ha il potere di orientare nel verso giusto il giroscopio interiore dei protagonisti della vicenda: il giovane Boyd, camminando, dimostra a se stesso di aver riacquistata la fiducia nella vita; Jonas, abbandonando il suo cinismo, recupera quella parte di sé che l'abbandono materno, l'orfanotrofio e gli anni di delinquenza avevano come ibernato sotto una coltre di beffardo cinismo; Jane, attraverso l'onestà di Will, recupera valori forse mai abbandonati nel profondo, ma completamente offuscati dai soldi, della bella vita, dal piacere quasi fisico di truffare il prossimo. Ed infine il terzo grande protagonista, la gente, il popolo di Dio, così sbalestrato da tante onde di marea di svariata natura, viene come invitato a riflettere sul Cristo, che bollava duemila anni fa sia i falsi profeti, sia i falsi miracoli commessi in Suo nome.