Sogg. e Scenegg.: Michael Jenning - Fotogr.: (Normale/a colori) Steven Poster - Mus.: Jack Nitzsche - Montagg.: Peter Honess - Dur.: 108' - Produz.: Lorimar Film Entertainment
Interpreti e ruoli
Patrick Swayze (Truman), Adam Balkdwin (Joey), Helen Hunt (Jessie), Andreas Katsulas (Isabella), Bill Paxton (Gerald), Ben Stiller (Lawrence), Michael J. Pollard (Harold), Ted Levine (Willy), Liam Neeson (Briar)
Soggetto
la polizia di Chicago, quando ci sono tipi pericolosi da arrestare nativi delle montagne del Kentucky, preferisce fare ricorso al sergente Truman. Lui è di quelle parti e, anche se ormai inurbato, sa come fare, quanto a metodi e cocciutaggine. Il giorno però in cui qualcuno gli uccide il fratello più giovane Gerald, che lavora onestamente in città pure lui, la volontà di Truman di trovare l'assassino si fa ancor più accanita. Gerald, che sapeva molte cose sui traffici di alcuni boss, è stato ucciso a bordo del proprio camioncino da un certo Joey Rossellini, giovane criminale affiancato dal coetano Lawrence, figlio di un malavitoso anche lui di origine italiana (John Isabella, che è il mandante). Truman con la moglie Jessie portano la bara del loro congiunto nel villaggio montano, in cui il sergente ha parenti vari, oltre che il terzo fratello (Brian), molto attaccato al defunto. E Brian, che ha sempre trovato assurda la scelta cittadina dei suoi fratelli, decide di scendere a valle per far giustizia per conto proprio: quella per la quale Truman si adopera promuovendo indagini e cercando prove e che il montanaro invece intende compiere con i propri e sbrigativi metodi. Sia Truman che Brian, tuttavia, sono presto ricercati dai delinquenti (per proteggere il fratello, anzi, Truman ad un certo momento lo mette in cella). Liberatolo e collaborando con lui i due ritrovano David, l'aiutante negro che era con Gerald sul camioncino, poi fuggito (e nascostosi per sfuggire agli accoliti di Joey), il quale riconosce fra varie foto di manigoldi la faccia di costui. Intanto si ritrova il corpo di Lawrence, torturato e ucciso secondo la polizia da Brian, e che è stato invece eliminato dal malvivente Joey, mentre papà Isabella affranto invita quest'ultimo ad eliminare Truman e Brian. Essendo quest'ultimo stato gravemente ferito, un gruppetto di parenti scende dalle montagne armatissimo per risolvere la dura vicenda. Sparatoria generale di notte in un cimitero, con la entrata in scena anche di micidiali balestre e perfino di un grosso serpente, portato dal villaggio natìo, con duello conclusivo fra Truman e Joey: il quale, però, verrà ucciso dall'anziano John Isabella, per vendicarsi dell'assassinio del figlio.
Valutazione Pastorale
il film promette piuttosto bene all'inizio, con lo spunto suggestivo della dura gente della montagna, tutta di un pezzo, fiera e pronta a menar le mani e a farsi ragione anche con archi e frecce, quando lo ritiene necessario. Poi la storia si fa complicata e un po' macchinosa, caricata nelle tinte, per concludersi nel rendiconto finale, fra nugoli di proiettili, frecce che inchiodano la gente e perfino le prestazioni di un serpentone (e questo è davvero risibile), condotto in città a fare danni supplementari. È chiaro che il clima generale è quello di una indiscussa violenza e di una giustizia che veste i panni della vendetta. Verissimo che nella metropoli spira aria inquinata e circolano boss e assassini spietati, ma non è che sui monti, nell'aria profumata di mughi e conifere, la gente scherzi molto: le balestre sono implacabili, a scendere a valle per menar le mani nessuno ci pensa due volte. È il tradizionale motivo tutto americano del prendere il fucile e vendicarsi di persona. John Irvin ha condotto l'operazione nei limiti della convenzionalità, per una vicenda in sostanza coriacea e truce.
