Orig.: Gran Bretagna/Irlanda (2003) - Sogg.: Carol Doyle - Scenegg.: Carol Doyle, Mary Agnes Donoghue - Fotogr.(Scope/a colori): Brendan Galvin - Mus.: Harry Gregson Williams - Montagg.: David Gamble - Dur.: 105' - Produz.: Jerry Bruckheimer.
Interpreti e ruoli
Cate Blanchett (Veronica Guerin), Gerard McSorley (John Gilligan), Ciaran Hinds (John Traynor), Brenda Fricker (Bernie Guerin), Don Wycherley (Chris Mulligan), Barry Barnes (Graham Turley), Charlotte Bradley (Anne Harris), Garrett Keogh . (Tony Gregory)
Soggetto
Dublino, 1994. Veronica Guerin, giornalista al Sunday Indipendence, visto il degrado di certe zone cittadine infestate da siringhe, decide di fare qualcosa contro questa terribile diffusione. Comincia ad indagare, parla con il Comitato genitori contro la droga, cerca di raccogliere la testimonianza di Timmy, un ragazzo che però poi scappa impaurito. A John, un suo amico infiltrato nel 'giro', chiede qualche utile informazione. E infine cerca anche l'appoggio del deputato locale al parlamento. Quando le indagini cominciano a farsi troppo insistenti, Veronica viene dapprima minacciata e poi ferita ad una gamba. Il suo atto d'accusa ora é rivolto contro John Gilligan, ricchissimo boss della città. Costui non gradisce i sospetti e invita Veronica a desistere, per non mettere in pericolo anche il suo figlioletto. Ma ormai la donna è decisa a tutto. Gilligan, a questo punto, si organizza per eliminarla. Il 26 giugno 1996, Veronica, mentre è in macchina, viene avvicinata da due in moto che le sparano attraverso il finestrino. Ma il suo sacrificio non resta vano. La polizia ora si muove, Gilligan viene arrestato e condannato a 28 anni di prigione. Il Parlamento vara un piano più rigido contro lo spaccio di droga.
Valutazione Pastorale
I fatti, come si sa, sono autentici. Nel tradurre in termini di fiction una vicenda tragicamente vera, Schumacher ha lavorato su copione (non suo) che parte dalla fine e ricostruisce tutto in flashback: per togliere l'idea della suspence o del film d'azione, sottolineandone di più il tono di memoria, di appello a non dimenticare. Rinunciando a qualunque compromesso di commozione o di compiacimento narrativo, il racconto poggia su una protagonista che tutti sappiamo avere ragione nella sua sacrosanta battaglia ma che si comporta in modo spesso eccessivo, superfluo, quasi irritante. Ne deriva una sorta di 'antipatia', che è il tratto distintivo della messa in scena: il giornalista è spesso scostante, ingenuo quando non dovrebbe, prepotente in momenti fuori luogo. Ma riceve scarse gratificazioni e qualche volta paga con la vita. Così alla fine la cronaca dei fatti recupera un percorso motivato, segnalando il senso della dignità e del coraggio di Veronica. Il giornalista forse si assume compiti di altri, ma deve farlo, anche al prezzo dei maggiori pericoli. Privo di retorica, benissimo interpretato da Cate Blanchett nel ruolo della protagonista, il film, dal punto di vista pastorale, è da valutare come accettabile, e senz'altro realistico.
UTILIZZAZIONE: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria, e recuperato in altre occasioni sui temi del rapporto giornalismo/cinema, dell'Irlanda, della droga.