VERSO ORIENTE – Kedma

Valutazione
Accettabile, Problematico, dibattiti
Tematica
Conflitti etnici, Emigrazione, Rapporto tra culture, Storia, Tematiche religiose
Genere
Drammatico
Regia
Amos Gitai
Durata
100'
Anno di uscita
2002
Nazionalità
Francia, Israele, Italia
Titolo Originale
Kedma
Distribuzione
Bim Distribuzione
Musiche
David Darling
Montaggio
Kobi Netanel

Orig.: Israele/Italia/Francia (2002) - Sogg. e scenegg.: Amos Gitai, Mordechai Goldhecht, Haim Hazaz, Marc Weitzmann, Marie-José Sanselme, Taufik Zayad - Fotogr.(Panoramica/a colori): Yorgos Arvanitis - Mus.: David Darling - Montagg.: Kobi Netanel - Dur.: 100' - Produz.: Amos Gitai, Marin Karmitz, Laurent Truchot.

Interpreti e ruoli

Helena Yaralova (Rosa), Andrei Kashkar (Yanush), Yussuf Abu-Wanda (l'arabo), Moni Moshonov (prof.Klibanov), Menachem Lang (Menachem), Juliano Mer (Moussa), Sandy Bar (Yardena), Tomer Russo (Milek), Liron Levo (Gideon)

Soggetto

Maggio 1948. Sbarcato dalla nave Kedma, un gruppo di ebrei sopravvissuti all'olocausto entra in Palestina. Il ricordo delle tragedie superate attraverso atroci sofferenze è ancora ben vivo, e riaffora nella mente e nei racconti di alcuni componenti del gruppo. E tuttavia nuovi pericoli incombono su quella Terra, perché da un lato c'é l'esercito inglese prossimo a ritirarsi ma ancora autorizzato ad osteggiare quegli arrivi; dall'altro c'é la popolazione araba, pronta a difendere terreni e colture dal pericolo di nuovi, possibili proprietari. Così bisogna subito cercare armi, tornare ad imbracciare il fucile, prepararsi al combattimento. Alcuni imparano a sparare per la prima volta, e gli scontri avvengono quasi sempre allo scoperto. Divisi in tre squadre, gli ebrei affrontano vari combattimenti, che procurano altre morti e altri lutti. Il giovane Menachem viene colpito da un cecchino. Mentre un anziano arabo dice che loro non andranno via, Yanosh comincia a camminare su e giù lungo la colonna in movimento. Davanti ai morti, dice "non abbiamo una storia", inveisce, impreca, si dispera, piange. I camion si allontanano.

Valutazione Pastorale

Amos Gitai considera evidentemente tutt'altro che esaurita la propria riflessione sul popolo ebraico, e, dopo "Kippur" e "Eden", questo "Kedma" rappresenta l'ulteriore capitolo di uno scandaglio sempre più acuto, sottile, minuzioso. L'epica di Gitai si muove tra passato e presente, ora recuperando episodi autentici ma dimenticati ora costruendo trame sullo sfondo di fatto di cronaca accaduti tempo prima ma da connotare in una nuova, mai rimossa attualità. Intimista, antispettacolare, convinto di poter ricostruire attraverso le immagini la testimonianza della ricerca di una identità osteggiata e umiliata, Gitai costruisce un racconto dalle cadenze studiate e meditate, quansi in contrasto tra una certa 'ingenuità' delle scene di battaglia, e l'angoscia dei due momenti che legano il racconto: la sequenza muta dell'inizio, il monologo furente e appassionato della fine. Tra l'uno e l'altro sono chiusi i temi cruciali di sempre: l'esilio, il senso della 'estraneità', l'idea del 'ritorno'. Sgardo lucido sui temi della convivenza e dell'appartenenza, un certo coraggio nel non nascondere certe proprie chiusure mentali: Gitai non racconta l'odio, ma la disperazione di un popolo, e di tutti i popoli ancora non pacificati. In questa prospettiva ampia e aperta, il film, dal punto di vista pastorale, é da valutare come accettabile, certamente problematico, e adatto per dibattiti.
UTILIZZAZIONE: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria, e recuperato come occasione per avviare riflessioni sui temi della diaspora, e del popolo ebraico tra passato e presente.

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