Ispirato al romanzo “Rroû” di Maurice Genevoix, Editions de La Table Ronde
Interpreti e ruoli
Capucine Sainson-Fabresse (Clémence), Corinne Masiero. (Madeleine), Lucie Laurent (Isa), Nicolas Casar-Umbdenstock (Fred)
Soggetto
Clémence, dieci anni, vive con i genitori in un palazzo nel cuore di Parigi. Un giorno, in soffitta, trova un gattino; subito decide di adottarlo e lo chiama Rroû. Qualche tempo dopo la famiglia si trasferisce per le vacanze nella casa di campagna. Clémence scopre qui che Rroû sta crescendo in fretta e che il richiamo della natura e il desiderio di libertà stanno diventando in lui sempre più irresistibili.
Valutazione Pastorale
Il regista Guillaume Maidatchevsky, documentarista affermato, ci accompagna ancora una volta alla scoperta della natura e degli animali: una piccola renna in “Ailo — Un’avventura tra i ghiacci” 2018 e due volpacchiotti in “Kina e Yuk alla scoperta del mondo” 2023. Ora è la volta di un gatto nato tra i tetti di Parigi e adottato dalla piccola Clémence. Il film “Vita da gatto”, di cui è sceneggiatore con Michaël Souhaité, è un suggestivo e coinvolgente racconto di crescita, che vede protagonisti due “cuccioli”, una bambina e un felino. La storia. Clémence, (Capucine Sainson-Fabresse) dieci anni, vive con i genitori in un palazzo nel cuore di Parigi. Un giorno, in soffitta, trova un gattino; subito decide di adottarlo e lo chiama Rroû. Qualche tempo dopo la famiglia si trasferisce per le vacanze nella casa di campagna tra le montagne, nei Vosgi. Qui incontreranno altri animali: la gattina Câline, Rambo, il mastino napoletano dell’enigmatica vicina Madeleine (mai giudicare dalle apparenze!); un gufo reale, due cinghiali e una fiera ed elegante lince. Con il trascorrere delle settimane la bambina scopre che Rroû sta crescendo in fretta, molto più di lei, e che il richiamo della natura e il desiderio di libertà stanno diventando in lui sempre più irresistibili. Clémence, per parte sua, deve metabolizzare la separazione dei genitori e proprio ora che avrebbe più bisogno del suo amico a quattro zampe dovrà imparare a lasciarlo andare.
“Vita da gatto” è ispirato al romanzo di Maurice Genevoix, “Rroû”, pubblicato in Francia nel 1931, che Maidatchevsky ha voluto “modernizzare” affinché, a distanza di quasi un secolo, i ragazzi vi si potessero ancora riconoscere. “Ciò che abbiamo mantenuto - spiega - è il punto di vista dell’animale, il modo in cui percepisce la natura. Questo è molto più interessante con un gatto perché, a differenza di un cane che può essere ‘addomesticato’ abbastanza rapidamente, il felino è al confine tra due mondi: quello domestico e quello esterno. Ha un lato indomabile, irrefrenabile”. E questo emerge fin da subito, da quando Rroû, a poche settimane, incurante delle occhiatacce di mamma gatta, si avventura tra i tetti, trovandosi peraltro ben presto in difficoltà. La particolarità del film, la cifra narrativa che lo rende magico e realistico al tempo stesso, è la scelta del regista di fare le riprese dalla prospettiva degli animali, alla loro altezza, anzi ad altezza dei loro occhi perché – come racconta lui stesso – “è qui che si trovano le emozioni”. Maidatchevsky ha una capacità di catturare lo spettatore, di emozionarlo, di coinvolgerlo nella storia che molto deve alla sua esperienza come documentarista e alla familiarità con gli animali maturata nei lavori precedenti, ma senza dubbio anche all’addestratrice di animali Muriel Brac. “Addestratrice – precisa la Brac - è la parola che va di moda. Io direi piuttosto che sono una regista di animali. Il mio lavoro consiste nel preparare, addestrare un animale in modo che sia disponibile per le riprese. Sono come l’istruttrice di un attore bambino. Faccio in modo che possa recitare il suo ruolo in condizioni che non gli sono naturali, rispettando i suoi codici”. Ed è stata lei a scegliere tutti gli animali della storia, lince e cinghiali compresi. “Vita da gatto” è consigliabile e adatto ad un pubblico familiare.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria, adatto ad un pubblico familiare.