Sogg. e Scenegg.: Antonio Capuano - Fotogr.: (panoramica/a colori) Antonio Baldoni - Montagg.: Valentina Migliaccio - Dur.: 88' - Produz.: Società Cooperativa Dionisio
Interpreti e ruoli
Nando Triolo (Vito), Maria Rosaria De Cicco (Rosetta), Giovanni Bruno (Gaetano), Mario Lenti (Aniello), Pina Leone (Miria), Giuseppina Fusco (Alba), Antonio Iaccarino (Formaggino), Antonio Farak, Alfredo Tassiero, Pasquale Amore, Massimo Antacido, Gino Apicella
Soggetto
Vito ha 12 anni e vive a Napoli, dove ha visto il padre, la notte di Capodanno, uccidergli in un raptus la madre e il fratello, risparmiando lui come per miracolo. Il bambino va ad abitare con zia Rosetta, una giovane donna, che non sa amarlo né parlargli, cosicché Vito si chiuse in sé stesso, trovando un surrogato alla famiglia nella televisione, oppure nel dedicarsi ossessivamente ai videogiochi, che esaltano il suo inconscio bisogno di violenza. Intanto smette di frequentare la scuola, passa il tempo per la strada, dove si unisce ad un banda di coetanei fra i quali il più intimo è Gaetano, compagne di corse in motorino. Ma presto Vito comincia a procurarsi soldi con atti criminali, scippi, furti, rapine, droga, prostituzione, e spesso finisce in istituti di pena, dove diventa peggiore; una volta viene perfino rinchiuso in prigione, nonostante la giovane età, cosicché l'avvocato riesce a tirarlo fuori presto. Ma in carcere è stato chiuso in una cella con tre ragazzi più grandi di lui, uno dei quali lo ha violentato, con l'aiuto degli altri due. Da allora i suoi sogni sono pieni di incubi; anche quando torna in libertà il suo equilibrio psichico è turbato, e di notte egli orina nel letto, perciò zia Rosetta dice che dovrà essere affidato alle cure di un medico. Ma Vito si è formato un codice di regole di vita: vede il mondo corrotto e spietato che lo circonda, e ad esso vuole adeguarsi, perché aspira solo a far soldi, in modo da sentirsi importante, perché così può spendere e divertirsi, sia andando con gli amici al luna park, sia stordendosi coi videogiochi. Tutti gli altri bambini del suo gruppo sono più o meno nelle stesse condizioni, e dicono di se stessi che non hanno più niente da perdere. Poi Vito e Gaetano vengono reclutati da una banda di camorristi, che li sottopongono ad un vero ad un vero allenamento, perché imparino a sparare con la pistola. Si dimostrano allievi capaci, e così un giorno vengono mandati in motocicletta, e col viso coperto dal casco, a sparare ad un uomo, che cade morto in mezzo alla strada. Ormai sono diventati killer professionisti.
Valutazione Pastorale
un film, che denuncia spietatamente, ma in modo molto distaccato, la vita inumana dei bambini, coinvolti nel mondo dei camorristi napoletani, privi di affetto e di guida, abbandonati alle più pericolose tentazioni della strada, costretti a diventare infine assassini, per guadagnare quei soldi, che spesso le stesse famiglie esigono da loro. Lo stile del regista Antonio Capuano, che ha scritto anche soggetto e sceneggiatura, è forse anche troppo asciutto, perché, per evitare il melodramma, egli si è tenuto al freddo tono del documentario, ma il quadro, che ci presenta, è ugualmente agghiacciante. Dal punto di vista filmico, si può notare che l'azione è troppo spezzata, e alcune situazioni sono ripetute, mentre i bambini attori, alcuni dei quali hanno visi interessanti, non sanno però recitare in modo efficace. Buona, anche se insistita, l'idea del collegamento fra il comportamento dei piccoli delinquenti, e il bombardamento ossessivo, cui li sottopongono i banali e devianti spettacoli televisivi e i violenti video giochi. In conclusione, anche se non è perfetto, il film è ispirato ad intenti più che lodevoli.