Orig.: Italia (2013) - Sogg. e scenegg.: Roberto Andò, Angelo Pasquini dal romanzo "Il trono vuoto" di Roberto Andò - Fotogr.(Scope/a colori): Maurizio Calvesi - Mus.: Marco Betta - Montagg.: Clelio Benevento - Dur.: 94' - Produz.: Angelo Barbagallo per Bibi Film con RAI Cinema.
Interpreti e ruoli
Toni Servillo (Enrico Olivieri/Giovanni Ernani), Valerio Mastandrea (Andrea Bottini), Valeria Bruni Tedeschi (Danielle), Michela Cescon (Anna), Anna Bonaiuto (Evelina Pileggi), Eric Trung Nguyen (Mung), Judith Davis (Mara), Andrea Renzi (De Bellis), Gianrico Tedeschi (Furlan), Massimo De Francovich (Presidente della Repubblica), Renato Scarpa (Arrighi), Lucia Mascino (contestatrice), Giulia Andò (Hostess), Stella Kent . (Helene)
Soggetto
Quando anche l'ennesimo sondaggio lo indica come sicuro perdente, Enrico Oliveri, segretario del principale partito d'opposizione, prende la decisione di sparire, lasciando solo un generico biglietto. Nè il suo segretario particolare Andrea né la moglie Anna sono in grado di capire dove possa essersi rifugiato: così, per fronteggiare le inevitabili difficoltà di gestione della situazione, Andrea decide di incontrare il fratello gemello di Enrico, Giovanni, un filosofo di grande intelligenza ma affetto da depressione bipolare e per quqlche tempo ricoverato in casa di cura. Giovanni prende il posto di Enrico, all'inizio con qualche incertezza ma via via con maggiore sicurezza e autorità. Il suo modo di affrontare incontri, gruppi, comizi è del tutto nuovo e diverso. Con opportuni pensieri e frasi efficaci, conquista gli elettori e riscalda gli animi. Quando da Parigi, dove era andato a casa di un'amica degli anni giovanili oggi sposata con un famoso regista di cinema, Enrico torna a Roma, i sondaggi si sono del tutto ribaltati. Tutti sono convinti che l'opposizione veincerà le elezioni. Andrea entra nello studio di Enrico, parlano e poi, nel congedarsi, lo osserva con tono incerto. Di fronte a lui c'è Enrico o Giovanni?
Valutazione Pastorale
Partendo dal proprio romanzo "Il trono vuoto" (Premio Campiello Opera Prina 2012), Andò ha voluto puntare -dice- su "una leggerezza che coincide con l'emozione e, ovviamente con la riflessione, incentrate entrambe sulla vita e sulla politica. Siamo tutti persuasi che si debba ricominciare daccapo, lasciandoci alle spalle la finzione come forma di governo, anzi come modello di comunicazione politica (...)". Si tratta dunque, con tutta evidenza, di un copione di taglio politico: che guarda alla situazione italiana certamente con l'intento di disegnare un orizzonte ampio ma che, col procedere della storia, si avvita nella raffigurazione di una parte, trascurando il tutto. L'atteggiamento verso la crisi del partito di sinistra, dal baratro alla probabile vittoria, sembra un po' programmatico e condiscendente: non tanto per la scelta politica (del tutto legittima) quanto per il contorno in cui è inserita, carico di intellettualismo, snobismo, citazioni colte, eleganza esibita (quasi tutto riassunto nel personaggio di Danielle). Il racconto procede così con poca freschezza, all'insegna di atmosfere letterarie, eleganti, raffinate e 'costruite', lontane dal confronto con il vero e con il reale. Anche il finale, sul doppio e sull'impossibilità di essere sinceri, resta furbescamente affidato allo spettatore. Film dunque da non sopravvalutare e tuttavia con numerosi spunti sull'attualità italiana. Dal punto di vista pastorale, è da valutare come consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in seguito come proposta per avviare riflessioni sul rapporto politica/cinema italiano.