Interpreti e ruoli
Rasmus Bjerg (Martin), Zaki Youssef (Musa), Bjørn Richard Sundquist (Øyvind), Marco Ilsø (Simon), Jonas Bergen Rahmanzadeh (Bashir)
Soggetto
Durante un viaggio di lavoro in Svezia, il danese Martin decide di darsi alla macchia; abbandona la famiglia per dedicarsi a una vita più semplice, genuina, a diretto contatto con la natura. Tutto cambia quando s’imbatte in uno spacciatore ferito, Musa, con il quale sarà coinvolto in un rocambolesco inseguimento tallonato da due poliziotti e alcuni delinquenti.
Valutazione Pastorale
“Wild man - Fuga dalla civiltà”, del regista e sceneggiatore danese Thomas Daneskov, classe 1989, è un raffinato e ben costruito mix tra commedia noir, thriller e dramma che racconta le avventure tragicomiche di Martin (Rasmus Bjerg), placido marito e padre che, durante un viaggio di lavoro come tanti, entra in crisi e decide di abbandonare la famiglia per rifugiarsi sulle montagne svedesi alla ricerca di una vita più autentica, a contatto con la natura. Più precisamente vuole vivere come un antico vichingo. Vestito di pelli e armato di un rudimentale arco (che solo dopo parecchi maldestri tentativi riuscirà a usare), cerca di procurarsi il cibo da solo. Impresa non facile e foriera di parecchi guai. Dopo molti inutili tentativi, affamatissimo, si catapulta in un supermercato e fa incetta di viveri. Non avendo con sé soldi né carta di credito finirà per litigare con il commesso che lo denuncia lanciando così sulle sue tracce un caparbio e triste poliziotto, Øyvind (Bjørn Richard Sundquist). Come se non bastasse, nel suo rifugio arriva uno spacciatore ferito, Musa (Zaki Youssef), a sua volta inseguito da un gruppo di gangster. Comincia una caccia all’uomo, o meglio agli uomini…
In un’escalation di colpi di scena il regista Thomas Daneskov riesce a mantenere il film sempre in perfetto equilibrio tra la comicità delle situazioni assurde che si creano e la tragicità dei personaggi, delle loro storie personali che si rivelano a poco a poco. Né mancano graffi ironici: dagli stanchi e demotivati poliziotti, alla misteriosa comunità di vichinghi nel cuore della foresta che sembra rifiutare la società, ma si mantiene vendendo chincaglierie ai turisti. Martin, a cui presta una fisicità imponente e impacciata l’ottimo Rasmus Bjerg, è un uomo insoddisfatto, un ingenuo egoista che fugge dalle proprie responsabilità. Intrappolato in un groviglio di fughe, lacrime e slanci (quasi) generosi, che finiscono comunque per ritorcersi contro di lui, si troverà presto di fronte a scelte estreme, definitive. Combatterà per salvarsi. Ma quale vita sceglierà di tornare? “Wild man. Fuga dalla civiltà” è da valutare come consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria. In presenza di minori è bene prevedere l’accompagnamento di adulti ed educatori che aiutino a contestualizzare la vicenda.