Candidata ai Premi Oscar 2023 come miglior film e miglior sceneggiatura non originale
Interpreti e ruoli
Frances McDormand (Scarface Janz), Claire Foy (Salome ), Rooney Mara (Ona), Jessie Buckley (Mariche ), Judith Ivey (Agata), Sheila McCarthy (Greta ), Ben Whishaw (August Epp)
Soggetto
In una comunità rurale di matrice religiosa ultraconservatrice, le donne vengono sistematicamente assalite e violentate. Un giorno molte di loro decidono di riunirsi in un granaio per consultarsi e votare una mozione: accettare silenziosamente lo status quo, rimanere ribellandosi oppure partire...
Valutazione Pastorale
Agli Oscar corre per miglior film e sceneggiatura non originale. Parliamo di “Women Talking. Il diritto di scegliere” (“Women Talking”) scritto e diretto da Sarah Polley, una produzione che vede in prima linea Frances McDormand e Brad Pitt. Prendendo le mosse dal romanzo di Miriam Toews del 2018, “Le donne che parlano”, il film si posiziona tra la favola sociale di matrice drammatica e la messa in scena teatrale. Un evento circoscritto, l’assemblea di un gruppo di donne, che trova la risonanza di un manifesto contro gli abusi e sul coraggio-dovere di denuncia.
La storia. In una comunità rurale di matrice religiosa ultraconservatrice, le donne vengono sistematicamente assalite e violentate. Un giorno molte di loro decidono di riunirsi in un granaio per consultarsi e votare una mozione: accettare silenziosamente lo status quo, rimanere ribellandosi oppure partire. Tra loro troviamo le adulte Agata (Judith Ivey), Greta (Sheila McCarthy) e Scarface Janz (Frances McDormand), come pure le giovani madri Ona (Rooney Mara), Salome (Claire Foy) e Mariche (Jessie Buckley). Nel dialogare le donne della comunità lasciano emergere differenti punti di vista, condizionate spesso dalla paura per un’aggressività maschile irreparabilmente fuori controllo come pure dal timore di perdere il “Regno dei cieli”. L’unico uomo presente è il maestro di scuola August Epp (Ben Whishaw), chiamato a verbalizzare la riunione…
Sembra quasi un dramma da camera, come il bellissimo “Carnage” (2011) di Roman Polański. Con “Women Talking” la regista Sarah Polley mette a tema la violenza sulle donne, senza mai mostrarla da vicino. La sua brutalità emerge con forza solo attraverso le parole e i volti, i lividi e le ferite delle protagoniste. Ogni donna è vittima di abusi e intimidazioni. L’universo maschile è ritratto quasi totalmente come contaminato, come uno spregiudicato predatore, mai inquadrato dalla camera della Polley. Volti sfumati di un’umanità viziata dal Male. Gli uomini sono tutti colpevoli, ad eccezione del maestro August Epp, l’unico non corrotto nell’animo, ma di fatto ammaccato dalla vita: a suo tempo allontanato dalla comunità, August è visto dai più come un “reietto”.
La Polley mette in scena un copione potente e spinoso, che trova la sua forza nei dialoghi e nelle interpreti, tutte di grande intensità. Parole e volti che mostrano le umiliazioni che una donna è chiamata spesso a subire nella società odierna. Una piaga da cui è possibile allontanarsi, come suggerisce la regista, grazie alla solidarietà femminile: agire non come voci isolate, ma fare comunità, mettersi insieme per attivare un processo di cambiamento.
Ottime le intenzioni, magnifico il cast, in particolare le prove di Claire Foy, Rooney Mara, Jessie Buckley e Frances McDormand come pure di Ben Whishaw, ma il risultato non è del tutto riuscito. Al di là della scelta discutibile di relegare tutti gli uomini nel perimetro della corruzione, della personificazione della violenza, il racconto risulta penalizzato da un andamento un po’ troppo insistito sia nei dibattiti sia nel tratteggiare le vicende femminili-familiari, soluzioni che alla lunga sottraggono compattezza e pathos alla storia. Nell’insieme, “Women Talking” è un film importante e doveroso, un’opera di stringente attualità che non può lasciare indifferenti. Complesso, problematico, per dibattiti.
Utilizzazione
Adatto per la programmazione ordinaria e per successive occasioni di dibattito. Per i temi in campo, è indicato per un pubblico adulto.