Il film è in distribuzione sulla piattaforma Netflix
Interpreti e ruoli
Isabella Ragonese (Letizia Ruggeri), Alessio Boni (Colonnello Vitale), Thomas Trabacchi (Maresciallo Garro), Chiara Bono (Yara Gambirasio), Sandra Toffolatti (Maura Gambirasio), Mario Pirrello (Fulvio Gambirasio), Roberto Zibetti (Massimo Bossetti), Gloria Bellicchi (moglie di Bossetti), Roberto Sbaratto (Prof. Providerè)
Soggetto
Brembate di Sopra (Bergamo). 2'010. La tredicenne Yara Gambirasio è una promessa della ginnastica ritmica; uscendo dalla palestra nel tardo pomeriggio del mese di novembre viene rapita. Di lei si perdono le tracce fino al 26 febbraio 2011 quando il suo corpo viene ritrovato poco fuori Brembate. Il PM Letizia Ruggeri guida le indagini alla ricerca del colpevole mettendo in campo, con Polizia e Carabinieri, nuove tecniche di investigazione grazie all'analisi del DNA...
Valutazione Pastorale
Una ferita ancora aperta, bruciante. È il delitto della tredicenne Yara Gambirasio, rapita nel novembre 2010 a Brembate di Sopra (Bergamo) e ritrovata senza vita nel febbraio 2011 a poca distanza da casa. Sono trascorsi ormai dieci anni da quel terribile fatto di cronaca che ha travolto e devastato una famiglia, una comunità, e ha tenuto sotto scacco un intero Paese per le serrate indagini della magistratura e per la smisurata copertura mediatica, spesso fuori controllo. Il caso si è concluso nel 2018 con la condanna all’ergastolo in Cassazione per Massimo Giuseppe Bossetti.
La tragedia di Yara e i quasi dieci anni di indagini e dibattimenti sono diventati ora un film targato Netflix e Taodue (Mediaset), diretto dal regista Marco Tullio Giordana, autore di un cinema dal forte impegno civile come “I cento passi” (2000), “La meglio gioventù” (2003) o “Lea” (2015). Da un’idea di Graziano Diana e Pietro Valsecchi, con una sceneggiatura firmata dallo stesso Diana (autore di titoli come “Squadra antimafia” e “Liberi sognatori”), il film “Yara” mette a fuoco la scomparsa della tredicenne bergamasca e il lavoro di indagini guidato dal pubblico ministero Letizia Ruggeri.
Chiariamo subito che maneggiare un fatto di cronaca così spinoso e sconvolgente non è di certo impresa facile. Gli autori e il regista hanno trovato forse l’unica via narrativa al momento percorribile, ossia il solo racconto della dimensione investigativa e processuale, sposando la prospettiva della PM Letizia Ruggeri (una sempre misurata Isabella Ragonese). È lei, infatti, il tramite con cui entriamo nelle pieghe della vicenda di Yara, della sua famiglia, sino all’indicibile delitto e al travaglio per la ricerca della verità.
Se ampio spazio viene dato alla ricostruzione investigativa, sembrano mancare invece del tutto opportuni approfondimenti sui protagonisti. La storia appare scarna, raccontata in maniera asciutta, tenendosi distante da un lato da insidiose scivolate emotive, dall’altro però anche da necessari sguardi introspettivi. Giordana comunque conferma tutta la sua bravura nel governare un copione dalla forte linea civile; spiace cogliere uno sbandamento nel finale che si risolve in maniera troppo frettolosa, spegnendo anzitempo ogni pathos. Dal punto vista pastorale il film “Yara” è complesso, problematico e adatto per dibattiti.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in successive occasioni di dibattito.