Giorno della Memoria, i 30 anni di “Schindler’s List”
venerdì 27 Gennaio 2023
Un articolo di:
Redazione Cnvf
“Cinema è memoria. Il cinema sulla Shoah, in particolare, è diventato il paradigma stesso della memoria”. Scrive così la studiosa Claudia Hassan nel volume “I film studies” (D.E. Viganò, E. De Blasio, Carocci 2013), interrogandosi sul contributo del cinema sulla memoria condivisa dell’Olocausto. Una pagina di cinema che ha certamente contribuito con vigore a questo racconto pubblico è “Schindler’s List” (1993) di Steven Spielberg, vincitore di numerosi riconoscimenti tra cui 7 Premi Oscar, compreso quello per il miglior film. Nel 2023 ricorrono i trent’anni dalla prima in sala.
“Schindler’s List” racconta la storia vera dell’imprenditore tedesco Oskar Schindler, che riuscì a salvare dalla morte oltre un migliaio di ebrei. Il film si snoda in un efficace bianco e nero che non ammorbidisce l’urto della tragedia o la sua complessità, bensì ce la restituisce come un nitido documentario d’epoca. La forza del film, pertanto, risiede proprio nella modalità di racconto adottata da Spielberg, che ci immerge nella Storia con rigore, senza sconti e filtri; la sua regia è compatta e lucida, al pari dello snodarsi dell’orrore, ma trova anche passaggi di poesia. Contribuiscono infine a imprimere forza narrativa al film le interpretazioni di Liam Neeson (Oskar Schindler), così come di Ben Kingsley (il contabile Itzhak Stern) e Ralph Fiennes (l’ufficiale nazista Amon Goeth).
Nel 1994 la Commissione film CEI scriveva: “Sulla tomba di Schindler, nella sequenza finale del film, sfilano alcuni protagonisti della vicenda storica accanto agli attori che prestano loro volto e voce. È un po’ la chiave del significato che Spielberg ha voluto cogliere col suo apporto alla tragedia dell’Olocausto. La tragedia, filmata e rivissuta, in documentari d’epoca come in film rievocativi, non cessa di caricarsi ogni volta delle inquietanti ombre del male assoluto, di una barbarie talmente ingiustificata ed esecrabile, e talmente recente, e purtroppo ben lungi dall’essere esorcizzata, da far riflettere ancor oggi se da questa lezione orrenda l’umanità abbia tratto effettivamente qualche insegnamento: opportune quindi le immagini in bianco e nero che hanno a volte i tratti del documentario d’epoca. (…) Un film che fa giustamente riflettere su problematiche che le cronache odierne mostrano in tutta la loro allarmante attualità” (“Segnalazioni cinematografiche”, Vol. 117, pp. 273-277).