I film dal 23 al 29 marzo restando a casa. I consigli della con la Cnvf sul sito CEI “Chi ci separerà?”

martedì 24 Marzo 2020
Un articolo di: Massimo Giraldi, Sergio Perugini

Cinema nel salotto di casa con i consigli dell’Ufficio Nazionale per le comunicazioni sociali – Commissione nazionale valutazione film della CEI

Il buon cinema direttamente in casa? Tutto è possibile, basta saper cogliere le occasioni gratuite che ci mette a disposizione la Tv lineare, tra Rai, Mediaset, Tv2000 e non solo, oppure spulciando il catalogo della piattaforma RaiPlay, sempre del servizio pubblico, del tutto accessibile senza costi ma con una semplice registrazione. Ecco le proposte della settimana, da lunedì 23 a domenica 29 marzo, secondo l’Ufficio Nazionale per le comunicazioni sociali – Commissione nazionale valutazione film della Conferenza Episcopale Italiana.

“La concessione del telefono” (Rai Uno, 23 marzo)
Prosegue, grazie alla Palomar e a Rai Fiction, il lavoro di adattamento dei romanzi storici di Andrea Camilleri, il ciclo “C’era una volta Vigàta”. Arriva, infatti, in prima Tv su Rai Uno, il 23 marzo, il film “La concessione del telefono” diretto dal brillante regista anglo-toscano Roan Johnson, su sceneggiatura di Francesco Bruni (storica penna del “Commissario Montalbano” televisivo) con Alessio Vassallo, Fabrizio Bentivoglio, Thomas Trabacchi, Corrado Fortuna e Federica De Cola. Siamo nello scenario di Vigàta, nella Sicilia a cavallo tra XIX e XX secolo. Una girandola di imprevisti ed equivoci coinvolge il commerciante Pippo Genuardi (Vassallo): dalla passione per le donne a quella per la tecnologia (il sogno del telefono), per non parlare degli intoppi burocratici dello Stato o le dinamiche ambigue della mafia. “Un libro e un film – ha dichiarato il regista Johnson – che nonostante il tono brillante ed esilarante, sono un vero e proprio j’accuse sarcastico contro le storture e le contraddizioni della Sicilia e forse dell’Italia intera. Una commedia sulla stupidità umana (da quella istituzionale e burocratica, fino a quella sentimentale) e, al tempo stesso, una satira sociale e politica di incredibile attualità”. Camilleri è un classico, il registro è quello della commedia brillante, ma per i temi trattati è consigliabile un pubblico in generale adulto.

“Harry Potter” (Italia 1, 23-24 marzo)
Prosegue la maratona di Mediaset, su Italia 1, dedicata al maghetto Harry Potter, uscito dalla penna di J.K. Rowling. In onda lunedì 23 e martedì 24 marzo ci sono appunto “Il prigioniero di Azkaban” e “Il calice di fuoco”. Harry Potter, al di là di essere un fenomeno globale tra letteratura (tradotto in oltre 70 lingue, con più di 500 milioni di copie vendute), cinema (8 miliardi al box office), video-game e parchi a tema, è un racconto di formazione che squaderna le porte della vita adulta, un moderno Dickens. Messa da parte la cornice fantastica, che serve a sognare, a questo ragazzo inglese tra gli 11 e i 17 anni capita di tutto: privazioni, lutti, sofferenze, ma anche la scoperta dell’amicizia, della tenerezza, della solidarietà e il bisogno di condivisione. Nei giorni dunque di quarantena è bello riscoprirlo anzitutto sullo schermo, e poi magari anche ritrovarlo tra le pagine di carta. E perché no, passare poi a “Le avventure di Oliver Twist”, a “David Copperfield” oppure alla “La piccola Dorrit”. I rimandi ci sono tutti, basta coglierli…

“The Walk” (Rai 5, 24 marzo)
Robert Zemeckis come regista è una garanzia. Statunitense classe 1952, nella sua carriera ha firmato “Ritorno al futuro” (1985-1990), “Chi ha incastrato Roger Rabbit” (1988), “Forrest Gump” (1994, Oscar come miglior regista) e “A Christmas Carol” (2009). Nel 2015 ha realizzato “The Walk”, film con Joseph Gordon-Levitt che racconta la celebre impresa del funambolo francese Philippe Petit, che ha camminato su una fune d’acciaio stesa tra le Torri gemelle di New York nel 1974. Zemeckis ci riconsegna quella storica, utopica e insieme folle, impresa grazie a uno sguardo cinematografico suggestivo e coinvolgente. Un cinema visionario, che unisce le tensioni vibranti della sfida e ai colori del sogno. Dal punto di vista pastorale, il film è consigliabile e nell’insieme realistico.

“Nativity” (Tv2000, 25 marzo)
Non c’è solo il fantasy “Twilight” o il dramma adolescenziale “Thirteen” nel curriculum della regista statunitense Catherine Hardwicke. Nel 2006, infatti, ha diretto “Nativity” (“The Nativity Story”), riflessione sul viaggio di Maria e Giuseppe alla volta di Betlemme, in attesa della nascita di Gesù. Tv2000 lo manda in onda mercoledì 25 marzo. Il taglio che la regista Hardwick ha dato alla storia sotto il profilo narrativo-visivo è all’insegna di una semplicità che non vuol dire però banalità, bensì misura e rispetto per tutti gli spettatori. Anzi la capacità di non proporre facili operazioni di stravolgimento, ma di rinnovare la tradizione con occhio moderno, è tra i meriti principali del film. Un messaggio di salvezza, per l’uomo di ieri e di oggi, anche in questi giorni foschi. Dal punto di vista pastorale, il film è raccomandabile e nell’insieme poetico.

“Veloce come il vento” (Rai Movie, 26 marzo)
Ha vinto sei premi David di Donatello e tre Nastri d’argento il film “Veloce come il vento” di Matteo Rovere. Protagonista è la diciassettenne Giulia (la brava Matilda De Angelis), grintosa pilota di macchine nel circuito GT; quando il padre Mario muore all’improvviso, Giulia è costretta a prendere sulle sue spalle tutta famiglia, dal fratellino piccolo Nico al problematico fratello maggiore Loris (Stefano Accorsi), un tempo pilota di successo caduto poi tra droghe e depressione. Tutto quindi si gioca tra sport e famiglia: da un lato l’impresa di vincere il campionato, per sistemare i conti di casa, dall’altro rimettere in piede la propria famiglia vacillante, disastrata. Film non accomodante, che elude facili soluzioni, sdolcinamenti; c’è molto realismo, tensione e suspense. In generale è un film ruvido, a volte scomodo, dove però trova posto però anche la favola, un racconto segnato da valori. La famiglia rimane, infatti, un baluardo, la salvezza, anche se il vento della tempesta soffia forte. Dal punto di vista pastorale è da valutare come consigliabile, problematico e per dibattiti.

“Invictus” (Iris, 27 marzo)
Il caro vecchio Clint non delude mai. Il suo modo di raccontare è entrato nella storia del cinema, per il suo sguardo asciutto e poetico sull’America di ieri e di oggi, tra periferie ed eroi del quotidiano. Eastwood ha saputo raccontare anche storie vibranti di respiro internazionale come “Invictus” (2010), programmato da Iris venerdì 27 marzo. Siamo in Sudafrica, accanto a Nelson Mandela (Morgan Freeman) e alla sua lotta per abbattere steccati di pregiudizi e separazioni nella società; la sfida si gioca dentro e fuori dal campo di rugby. Tratto da fatti realmente accaduti e dal romanzo di John Carlin, “Ama il tuo nemico”, il film di Clint Eastwood si muove tra racconto realistico, ballata popolare e favola educational. Centrale è il tema del perdono: serve il perdono per riconciliare un popolo e fargli riacquistare un’identità comune smarrita. Dal punto di vista pastorale il film è consigliabile e semplice, adatto per dibattiti e rileggere pagine di Storia recente dense di ferite ma anche di segnali di speranza.

“Banana” (RaiPlay)
Un film fresco e frizzante questo “Banana”, scritto e diretto da Andrea Jublin nel 2014. Banana (Marco Todisco) è un irriducibile ottimista di quattordici anni, oltre che un grandissimo appassionato di calcio, in particolare della nazionale brasiliana. Banana però vive una vita controcorrente, perché nessuno intorno a lui vede il mondo con gli occhi della speranza: non lo fanno i genitori, né i suoi amici e neppure la sua insegnante (Anna Bonaiuto). Banana però non molla, mai, e sogna di conquistare il cuore della sua compagna Jessica. L’unica che lo sostiene nelle sue imprese impossibili è la sorella Emma (Camilla Filippi). Dietro l’atmosfera colorata e scanzonata, si cela un film delicato e toccante. La dichiarazione non esplicita ma solo metaforica di Banana sulla ricerca della felicità vale più di cento manifesti programmatici. Apre il cuore e strappa pure un sorriso. Dal punto di vista pastorale, il film è consigliabile, poetico e adatto per dibattiti.

“Ho amici in Paradiso” (RaiPlay)
Presentato nel 2016 ad Alice della Città, sezione educational della Festa del Cinema di Roma, “Ho amici in Paradiso” di Fabrizio Maria Cortese è una riuscita commedia che coniuga racconto sociale e tema della disabilità. Protagonista è Felice Castriota (Fabrizio Ferracane), chiamato a scontare dei lavori socialmente utili nel Centro don Guanella di Roma, dove si trovano persone con disabilità fisica e mentale. Se l’inizio dell’esperienza è costellato da pregiudizi e chiusure, subito dopo c’è incontro, tenerezza e inclusione. Un po’ commedia, un po’ romanzo di formazione così come una favola sociale: c’è tutto questo in “Ho amici in Paradiso”, una storia bella e profonda che allarga lo sguardo e gonfia il cuore di belle emozioni. Dal punto di vista pastorale è consigliabile, problematico e per dibattiti.

Articolo disponibile anche sul sito CEI, Chi ci separerà?

HARRY POTTER E IL CALICE DI FUOCO

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