“Il ragazzo e la tigre”: il viaggio di Balmani e Mukti incontro alla vita
martedì 18 Ottobre 2022
Un articolo di:
Eliana Ariola
Diretto da Brando Quilici, figlio del celebre documentarista Folco e a sua volta regista di numerosi speciali del National Geographic e del Discovery Channel, “Il ragazzo e la tigre” racconta l’avventura del giovane Balmani, del suo viaggio per accompagnare in luogo sicuro il tigrotto Mukti dopo averlo liberato dai feroci bracconieri che gli hanno ucciso la madre e vogliono venderlo al mercato nero. Balmani è scappato dall’orfanotrofio, dove, nonostante le attenzioni della direttrice Hannah, donna gentile e totalmente votata alla causa dei bambini di cui si prende cura, non è riuscito ad integrarsi con i compagni. Il suo desiderio è tornare a Katmandu, a ciò che resta della sua casa. L’incontro con Mukti, il rapporto che li lega ogni giorno di più, lo porterà, in parte, a cambiare i suoi piani: dovrà accompagnare l’animale al Tiger’s Nest, monastero sull’Himalaya, dove i monaci custodiscono le tigri, considerate sacre, in un territorio protetto. I bracconieri, però, vogliono il cucciolo a tutti i costi e si mettono sulle sue tracce.
“Il ragazzo e la tigre” è il racconto di un viaggio meraviglioso tra montagne incantate, sentieri impervi, paesaggi abbaglianti e puri; un’avventura piena di imprevisti e colpi di scena, dove la forza di volontà e il coraggio di Balmani saranno messi a dura prova. Gli incontri che fa, i pericoli che affronta e gli aiuti che riceve da gente semplice e generosa, nonché la determinazione della direttrice Hanna che vuole ritrovarlo a tutti i costi, saranno per Balmani le tappe di un cammino di crescita che lo porterà ad accettare il dolore, e i ricordi, non più incubi angoscianti, ma radici per aprirsi al futuro e trovare il proprio posto nel mondo. Il regista Quilici mette in campo tutta la sua esperienza per costruire una storia bella e visivamente potente, emozionante. Bravissimi, poi, tutti gli interpreti a cominciare da Claudia Gerini, con la sua Hannah generosa, materna, disarmata e disarmante. Ma quello che colpisce è soprattutto Sunny Pawar (“Lion. La strada verso casa”, 2016): davvero notevole la sua interpretazione e la naturalezza, la grazia con la quale riesce a rapportarsi con un animale in carne e ossa. Consigliabile, poetico, adatto per dibattiti.