Tematiche: Giovani; Santità; Solidarietà-Amore; Tematiche religiose;
Soggetto: In un noviziato sull’isola di San Giorgio Maggiore a Venezia, arriva Andrea, un giovane che ha provato tutto, cerca un ideale, vuole diventare una persona. Andrea é intelligente, dotato, curioso, incoraggiato dai superiori ma frenato da freddezza e paura. Dopo la ‘fuga’ da parte di Fausto, Andrea cerca un rapporto con un altro novizio, Zanna che ogni notte, misteriosamente, entra in una stanza sul corridoio. Solo dopo molti giorni e grandi dubbi, Andrea scopre che lì giace un infermo, la cui figura gli appare simile ad un crocefisso. Andrea pensa allora che il Dio che lui studia é diverso da quello dei teologi, diverso anche dalla religiosità severa che gli viene insegnata. E’ l’inizio di una ‘notte spirituale’ dove dubbio e angoscia esplodono nel grido disperato: “Io non so amare!”. Dopo la morte del malato, Zanna decide di lasciare il noviziato, e Andrea gli dice che lo seguirà. Quindi si sofferma ad ascoltare il colloquio fra Zanna e il Padre superiore. Questi parla di un Dio debole che lascia, come Cristo, tutti liberi. Zanna gli offre la sola risposta che ritiene possibile: un lieve bacio sulla bocca come un gesto d’amore appena accennato. Poi va via. Andrea lo segue fin sul piazzale, quindi rientra e chiude davamti a se la porta della chiesa. Libero e sereno, ha fatto la sua scelta. Ed ecco Zanna camminare svelto per Roma, la cupola di S.Pietro sullo sfondo, le note della ‘Missa Luba’ in primo piano. Anche lui ha scelto, liberamente.
Valutazione Pastorale: L’argomento é delicato, serio, difficile. Alla sua seconda prova dopo l’encomiabile ‘Private’, Costanzo riesce a fissare soprattutto nei volti, nei gesti, nelle scarne parole dei protagonisti i passaggi dell’anima. Si direbbe che non lascia mai un attimo i suoi personaggi e gli attori, che ha coinvolto (prima dell’inizio delle riprese)nell’esperienza degli ‘esercizi spirituali’, come si ricava dall’intensità emotiva della recitazione corale. La fotografia di interni ed esterni, a volte rapida altre volte piegata a soffermarsi nel buio o in folgorazioni di luce improvvisa, conferisce al racconto un ritmo incalzante, con il supporto di un commento musicale che svaria dalla gioia del valzer a melodie più lente e pensose. Il regista, che dichiara di “credere di non credere”, spia nella psicologia dei giovani ‘chiamati’ con notevole forza e capacità introspettiva, specie per quanto riguarda gli aspri passaggi della ‘notte spirituale’, compresa la sequenza del ‘bacio’ la quale, seppur facile alle interpretazioni letterali, pare a vantaggio di uno sguardo più ‘simbolico’. L’elemento portante del film appare dunque la descrizione di quella fatica di guardare dentro di sé per trovarvi Dio e con lui la libertà. I passaggi riservati alla difficile comunicazione tra novizi e superiori, in cui si riflette il ‘classico’ dissidio tra istituzione e Vangelo, sembrano un’esagerazione voluta, forse per dare maggiore incisività drammatica al racconto. Tra momenti riusciti e altri meno azzeccati, il film riesce a non perdere di vista l’idea di una ricerca dell’autore ispirata a sincerità e consapevolezza. Dal punto di vista pastorale, il film é da valutare come discutibile, problematico e adatto per dibattiti.
Utilizzazione: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria, con l’avvertenza di offrire allo spettatore alcune chiavi di lettura e materiali per una migliore comprensione dell’argomento. Da riprendere in occasioni più mirate, per affrontare in dibattiti più ampi le molte suggestioni proposte dalla pellicola. Qualche attenzione é da tenere per i più piccoli in vista di passaggi televisivi o di uso di VHS e DVD.
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