In sala le commedie “Come può uno scoglio” e “Succede anche nelle migliori famiglie”
sabato 30 Dicembre 2023
Un articolo di:
Sergio Perugini
Una curiosa coincidenza l’uscita ravvicinata di due commedie italiane che puntano al box office dei giorni di festa e che mettono a tema la figura paterna e in generale le relazioni familiari. La prima è “Come può uno scoglio” con il duo comico Pio e Amedeo, diretta dal regista Gennaro Nunziante, in sala dal 28 dicembre con Vision Distribution. In un road movie tra Veneto e Puglia, Pio e Amedeo mettono in scena una sorta di “Quasi amici. Intouchables” (2011) ma in chiave regionale: due quarantenni agli antipodi, per status e modi, sono chiamati a convivere forzatamente, scoprendo alla fine di avere non poche affinità. Un’opera dalla comicità frizzante e moderatamente scorretta, secondo i canoni di Pio e Amedeo, con una vocazione di respiro familiare. In sala dal 1° gennaio 2024 “Succede anche nelle migliori famiglie”, un film di e con Alessandro Siani, che esplora il trauma per la morte del padre e il difficile dialogo tra fratelli, tra il peso di aspettative genitoriali e desideri di libertà. Una commedia che corre su un binario collaudato, quello della comicità di Siani, tra gag slapstick e battute pepate, ma senza troppe sorprese. Nel cast Cristiana Capotondi, Dino Abbrescia, Anna Galiena, Antonio Catania e Sergio Friscia. Il punto Cnvf-Sir.
“Come può uno scoglio” (Cinema, 28.12)
Dopo “Belli ciao” (2022), i due comici foggiani Pio e Amedeo – Pio D’Antini e Amedeo Grieco, classe 1983 – provano i fare il bis sul grande schermo affidandosi nuovamente a un regista esperto, che ha infranto record su record al box office: Gennaro Nunziante, artefice dei successi più fragorosi di Checco Zalone (da “Cado dalle nubi” del 2009 a “Quo vado?” del 2016). Insieme a Nunziante, Pio e Amedeo hanno messo su un nuovo progetto che rispecchia maggiormente il loro stile irriverente e al contempo capace di parlare al grande pubblico. È “Come può uno scoglio”, in uscita al cinema con Vision Distribution, una produzione Fremantle, Sky e Prime Video. Nel cast oltre ai due comici, veri mattatori dalla prima all’ultima inquadratura, figurano anche Francesca Valtorta, Nicola Rignanese e Claudio Bigagli. La storia. Veneto oggi, Pio è un avvocato quarantenne sposato con Borromea e padre di due figli. È in campagna elettorale per la poltrona di sindaco della sua città, quando perde il padre. Negli stessi giorni lo affianca come nuovo autista-assistente personale Amedeo, un quarantenne segnalato dal parroco don Boschin, che sta cercando di rimettersi in partita con la vita dopo un andirivieni dal carcere. Pio e Amedeo non potrebbero essere più diversi per carattere e stile di vita: il primo mite ed esageratamente insicuro, il secondo esuberante al punto da essere spesso fuori controllo. L’occasione di un viaggio in Puglia, per sistemare le proprietà di famiglia dopo la morte paterna, li farà avvicinare, permettendo soprattutto a Pio di scrollarsi di dosso pesanti rigidità e costrizioni.
“Il film è un’iperbole dei nostri personaggi: segna il passaggio da uomo di sabbia a uomo scoglio”. Così Pio e Amedeo in conferenza stampa spiegano la linea tematica del loro nuovo film. Il film segue infatti la traiettoria di Pio, ingabbiato in un ruolo familiare, lavorativo e politico che non lo rende felice, ma da cui non riesce a prendere le distanze. Quando compare al suo fianco Amedeo, che sulle prime sembra la sua “nemesi” farsesca, sarà costretto a fare i conti con se stesso, con il proprio passato. L’abbinamento improbabile tra i due ricorda molto il meraviglioso duetto di “Quasi amici. Intouchables” (2011) di Olivier Nakache e Éric Toledano, con Omar Sy e François Cluzet. Ovviamente in “Come può uno scoglio” cambiano stile e linea comica, come pure la caratterizzazione dei personaggi: è tutto più estremo e irriverente, a tratti grottesco, ma mai del tutto fuori controllo in termini di correttezza verbale. Il film, infatti, desidera intercettare un’ampia forbice di pubblico, candidandosi al ruolo di “cinepanettone” delle feste, ovviamente rivisto e corretto al giorno d’oggi. In questo si vede molto il tocco sapiente di Gennaro Nunziante, che è riuscito a valorizzare e al contempo contenere il talento debordante di Checco Zalone. E il film con Pio e Amedeo segna un nuovo traguardo per Nunziante, che si conferma un abile regista, attento a dove posizionare la macchina da presa, a gestire i tempi comici di due fuochi d’artificio della risata senza che si squilibri l’asse del racconto. Al di là di qualche eccesso qua e là da mettere sempre in conto con la comicità a briglia sciolta di Pio e Amedeo, “Come può uno scoglio” è un film che funziona, tra ritmo e racconto. Un titolo votato all’evasione scanzonata senza troppe pretese. Consigliabile, brillante-semplice.
“Succede anche nelle migliori famiglie” (Cinema, 01.01.24)
Per la sua settima regia il popolare comico napoletano Alessandro Siani scommette sulla famiglia e su una comicità di matrice classica, tra formula slapstick, con gag fisiche, e di battuta. Arriva al cinema dal 1° gennaio “Succede anche nelle migliori famiglie”, scritto, diretto e interpretato dallo stesso Siani. A produrlo sono l’Italian Iternational Film della famiglia Lucisano e Rai Cinema, in sala con 01 Distribution. La storia. Davide Di Rienzo, è figlio di un noto medico. Terminati gli studi in medicina con poco entusiasmo, si dedica al volontariato alla Caritas. Quando il padre muore all’improvviso, lui e i suoi due fratelli Isabella e Renzo – entrambi realizzati e con una brillante carriera – accorrono nella casa di famiglia in Sicilia per stare vicini alla madre Lina. La donna, dopo un periodo di lutto, confida ai figli di non voler sprecare il tempo rimasto, così li informa del progetto di nuove nozze con un amore di gioventù, il pescatore Angelo Cederna, che dalle prime impressioni sembra ai tre figli ben poco affidabile…
“‘Succede anche nelle migliori famiglie’ – dichiara Alessandro Siani – è sicuramente il mio ritorno alla commedia pura. Molti film favolistici hanno scandito il mio percorso da regista, segnando e contaminando il mio stile diviso tra magia e comicità. Il mio ultimo film ‘Tramite amicizia’ invece è stato un progetto cinematografico inedito e apripista di una mia svolta realistica che potesse essere anche traghettatore di un racconto più vicino alla gente e alle famiglie”. Il regista traccia così il perimetro del suo ultimo film – scritto a quattro mani con Fabio Bonifacci – che approfondisce silenzi, segreti e non detti in ambito familiare. Ovviamente il registro è quello della risata, una commedia che tra gag e battute a raffica, in una narrazione dal ritmo veloce per una durata collaudata, 77 minuti.
Anzitutto a livello tematico Siani affronta la figura paterna e il suo ruolo ingombrante approfondendo la condizione di figli che non si sentono mai all’altezza. Ancora, in campo c’è l’elemento della morte, del distacco, ma anche il desiderio di riaffacciarsi alla vita dopo il dolore. E se le intenzioni narrative sono certo valide e interessanti, lo svolgimento non sempre è adeguato o ben sorretto. In alcuni passaggi la commedia incede in maniera debole, con gag e battute un po’ forzate. Il Siani interprete possiede comunque una vis scoppiettante, capace di dare benzina anche a raccordi più fragili. Di fatto, il suo, è sempre un “one man show” con un cast corale. Accanto al comico, infatti, troviamo tutti attori con un passo sicuro e dalla solida carriera, come Anna Galiena, Antonio Catania, Cristiana Capotondi e Dino Abbrescia, che sanno ben muoversi nello spartito composto da Alessandro Siani.
Nel complesso, il film vuole essere una proposta familiare capace di offrire distrazione e divertimento, una risata in leggerezza e con scivolate di tenerezza, che in una cornice temporale odierna non è di certo cosa facile. Consigliabile, brillante-semplice.