Giovedì 17 ottobre prende il via la 14a Festa del Cinema di Roma (fino al 27 ottobre all’Auditorium Parco della Musica); previste inoltre come di consueto le novità cinematografiche nelle sale italiane. Ecco il punto dell’Agenzia Sir e della Commissione nazionale valutazione film della CEI: anzitutto “Motherless Brooklyn” di e con Edward Norton, film di apertura della Festa del Cinema; al cinema “Maleficent. La signora del male” sequel della Disney con Angelina Jolie e Michelle Pfeiffer; dalla Francia il film di inchiesta sugli abusi nella Chiesa cattolica a Lione “Grazie a Dio” di François Ozon; infine, la commedia sentimentale “Se mi vuoi bene” di Fausto Brizzi con Claudio Bisio.
Roma14: “Motherless Brooklyn”
Scelto come film di apertura della Festa del Cinema di Roma 2019, “Motherless Brooklyn” rappresenta la seconda regia del veterano Edward Norton, brillante e versatile attore originario di Boston (classe 1969) noto per “Schegge di paura”, “American History X”, “Tentazioni d’amore”, “La 25a ora”. In “Motherless Brooklyn” Norton cura tutto, dalla regia alla sceneggiatura – adattamento del romanzo di Jonathan Lethem –, ricoprendo anche il ruolo di protagonista. È la storia dell’investigatore privato Lionel Essrog nella New York degli anni ’50; Lionel, che soffre della sindrome di Tourette, è cresciuto senza famiglia all’ombra del collega-mentore Frank Minna (Bruce Willis). L’improvvisa uccisione dell’uomo getta Lionel nello scompiglio e lo spinge a indagare nei rioni di Brooklyn alla ricerca della verità.
Sgombriamo subito il campo da ogni dubbio: “Motherless Brooklyn” è un buon film, ambizioso, suggestivo e serrato negli avvenimenti. Norton alla sua seconda regia abbandona la commedia a favore di un film a sfondo storico che richiama un panorama visivo ingombrante, a cominciare dai mostri Coppola e Scorsese. Norton sembra puntare proprio a quelle atmosfere e dinamiche, componendo un quadro investigativo che sconfina nelle logiche della malavita. Il film ha una notevole pulizia e suggestione visiva – bellissime la fotografia fumosa e notturna firmata da Dick Pope così come le musiche Daniel Pemberton –, l’impianto narrativo però è a volte sovraccarico e poco scorrevole. Norton come attore è perfettamente a fuoco, duttile e convincente, sul fronte della regia non tutto è perfetto o ben gestito. Dal punto di vista pastorale il film è complesso, problematico e per dibattiti.
“Maleficent. La signora del male”
L’origine è la fiaba “La bella addormentata” di Charles Perrault, portata sullo schermo dalla Disney in versione cartoon nel 1959. Nel 2014 la casa di Topolino ha creato il film in live-action “Maleficent” con Angelina Jolie, una sorta di prequel o spin-off della favola. A distanza di cinque anni ecco un secondo episodio dal titolo “Maleficent. Signora del male” diretto dal norvegese Joachim Rønning, sempre con la Jolie e affiancata da un’altra diva hollywoodiana, Michelle Pfeiffer. La Disney non si smentisce, perché il film vanta una confezione formale accurata e coinvolgente, con un apparto di effetti speciali sempre di elevato tenore. Nell’opera non mancano azione e pathos, dosato sempre con grande equilibrio. Punto debole del racconto risiede probabilmente nel fatto che la narrazione risulti asservita alla performance delle due attrici hollywoodiane. Dal punto di vista pastorale, il film è consigliabile e problematico.
“Grazie a Dio”
“L’intenzione non è mai stata di esprimere una condanna nei confronti della Chiesa ma di indagare le contraddizioni interne e la complessità del caso”. Sono le parole del regista francese François Ozon sul suo film “Grazie a Dio” (“Grâce à Dieu”), nei cinema italiani dal 17 ottobre, vincitore del Gran premio della giuria al 69° Festival del Cinema di Berlino. “Grazie a Dio” ricostruisce il caso sugli abusi nella Chiesa cattolica francese, a Lione, culminati con un iter processuale ancora in corso, che coinvolge anche il card. Philippe Barbarin, arcivescovo di Lione. Il film è il racconto asciutto e sofferto di tre vittime di abusi – Alexandre, François ed Emmanuel –da parte di padre Bernard Preynat; vittime che da adulte hanno dato il via a un’azione di inchiesta fondando il portale “La Parole Libérée”.
Il tema è di certo forte e urgente, gestito dal regista Ozon con molta cautela e prudenza, mettendo da parte la sua consueta cifra più provocatoria (tra le sue opere si ricordano “8 donne e un mistero” e “Giovane e bella”). “Grazie a Dio” si muove sul tracciato dello statunitense “Spotlight” di Tom McCarthy, con un ritmo forse meno incalzante – in quello americano c’era l’investigazione di taglio giornalistico – ma molto più introspettivo, riservando grande attenzione alle vittime e alla loro psicologia, ai traumi sedimentati nel tempo. Dal punto di vista pastorale “Grazie a Dio” è da valutare come complesso, problematico e adatto per dibattiti (è opportuna la presenza di educatori e adulti in caso di proiezioni con un pubblico di adolescenti).
“Se mi vuoi bene”
Infine la commedia. Fausto Brizzi firma una nuova storia giocata tra umorismo e sentimento, “Se mi vuoi bene”, con Claudio Bisio, Valeria Fabrizi e Sergio Rubini. Il film ha un taglio corale, che prende il via dalla confessione del protagonista Bisio, depresso e insoddisfatto della propria vita; un cortocircuito emotivo-esistenziale che attiva una serie di situazioni imprevedibili, con possibilità di svolte. È una colorita e allegra coralità, sempre in bilico tra mestizia e vivacità, tra voglia di riscatto e generosità di intenti. Brizzi si conferma regista in grado di declinare la commedia secondo toni non banali ma spigliati. Dal punto di vista pastorale, il film è consigliabile e nell’insieme brillante.
Articolo disponibile anche su Agenzia SIR
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