Mary e lo spirito di mezzanotte: un emozionante viaggio del cuore

lunedì 4 Dicembre 2023
Un articolo di: Eliana Ariola

Enzo D’Alò, classe 1953, continua a confrontarsi con personaggi e storie di grandi classici della letteratura per ragazzi: “La freccia azzurra”, di Gianni Rodari; “Momo” di Michael Ende; “Pinocchio”, di Carlo Collodi e “La gabbianella e il gatto” di Luis Sepulveda. E anche questo suo ultimo lavoro, il settimo, “Mary e lo spirito di mezzanotte” si basa su un romanzo, “A Greyhound Of A Girl”, scritto dall’irlandese Roddy Doyle che D’Alò ha adattato insieme allo sceneggiatore Dave Ingham.

La storia. Irlanda, oggi. Mary,11 anni, è una bambina vivace, intraprendente, impulsiva e schietta (secondo lei, impertinente secondo altri), che vive con i genitori affettuosi e due fratelli più grandi, scanzonati e pasticcioni. Appassionata di cucina, vuole entrare in una prestigiosa scuola culinaria locale per diventare una chef. La sua più grande sostenitrice è la nonna materna, Emer: le due sono legate da profondo affetto e grande complicità. Purtroppo, però, la donna ha un improvviso malore e viene portata in ospedale. Dopo gli opportuni controlli, i medici comunicano ai familiari la più triste delle notizie: Emer non guarirà. Un giorno, tornando a casa, Mary incontra una giovane signora misteriosa, Tansey, che le dà un messaggio da portare alla nonna. La donna sembra conoscerle entrambe e ha un’aria piuttosto familiare, anche se veste in maniera un po’antiquata.

“Mary e lo spirito di mezzanotte” è un prezioso racconto di formazione, commovente, arguto, a tratti anche divertente, pieno di sorprese che porta l’inconfondibile cifra visivo-stilistica di D’Alò, la sua capacità di coniugare immagini raffinate, pulite, luminose (molto interessante la scelta di inserire variazioni nella grafica usata, con il passaggio al bianco e nero, per i numerosi flash back necessari per raccontare alcune reazioni e situazioni del presente altrimenti non comprensibili) e profondità di contenuto. Riesce ad affrontare e trattare con sincerità, delicatezza e apertura alla speranza uno dei temi più difficili: la malattia e la morte di una persona anziana, di una persona cara. Un film stratificato, capace di parlare ai bambini, ma anche agli adulti, del quale ciascuno potrà cogliere significati e sfumature diverse: paura, nostalgia, rimpianto. E se protagoniste sono senza dubbio le quattro donne, in sottofondo c’è molto forte il tema della famiglia, della sua centralità come luogo degli affetti, della formazione, della crescita che apre al futuro, alla realizzazione dei sogni. Dove non tutto è perfetto (c’è un trauma infantile che viene svelato), ma dove si può imparare a perdonarsi e perdonare. Le musiche e le canzoni, che si ispirano ai ritmi e le melodie delfolk irlandese, sono state composte da David Rhodes, già collaboratore di d’Alò per “La gabbianella e il gatto”. Il film, una coproduzione tra sette paesi europei (Estonia, Germania, Irlanda, Italia, Lettonia, Lussemburgo e Regno Unito), è stato presentato alla 73ª edizione del Film Festival di Berlino ed è candidato agli European Film Awards (EFA) per il miglior film d’animazione. “Mary e lo spirito di mezzanotte” è raccomandabile, poetico e adatto per dibattiti.

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