L’attesa è finita. Bentornato Salvo, bentornato commissario Montalbano. Sono stati presentati nella sede Rai di viale Mazzini a Roma, venerdì 24 febbraio, alla presenza anche dei rappresentati della Polizia di Stato, i due nuovi episodi de Il commissario Montalbano, che verranno messi in onda su Rai Uno lunedì 27 febbraio e lunedì 6 marzo: il primo Un covo di vipere, tratto dall’omonimo romanzo di Andrea Camilleri edito da Sellerio Editore, e il secondo Come voleva la prassi, che viene dai racconti di Camilleri, tutti Sellerio. La fiction di punta della Rai, diretta da Alberto Sironi e interpretata da un sempre bravo Luca Zingaretti, è stata portata per la prima volta in televisione nel 1999 – inizialmente su Rai Due, poi su Rai Uno – dalla Palomar di Carlo Degli Esposti con Rai Fiction.
Montalbano, tra locale e globale
Un appuntamento dunque importante, questi due nuovi episodi de Il commissario Montalbano, che segnano il traguardo dei 30 titoli all’attivo. Un unicum nel panorama nazionale in onda da ben 18 anni. Un successo in termini di qualità, per l’ottima regia, scrittura, interpretazione e produzione in generale, nonché per l’elevato livello di riscontro di pubblico – gli ascolti raggiungono anche punte di 10milioni di spettatori, con 40% di share –, non dimenticando inoltre l’ampia diffusione internazionale. Montalbano, infatti, è venduto in 60 Paesi, anche nel competitivo mercato angloamericano: va in onda pure sulla BBC nel Regno Unito. Ha esordito così Eleonora Andreatta, direttore di Rai Fiction, durante la conferenza stampa; aggiungendo poi: “Il commissario Montalbano è il più grande evento televisivo italiano, testimonial della produzione televisiva di qualità made in Italy nel resto del mondo”. “Il primo pensiero va ad Andrea Camilleri – ha sottolineato in tal modo il ‘papà televisivo’ del commissario di Vigàta, Carlo Degli Esposti, fondatore e presidente della casa di produzione Palomar – probabilmente tra i più grandi scrittori italiani viventi, che dopo un’importante stagione professionale in Rai, si è ritirato per dedicarsi alla scrittura. Il risultato è stato ed è tuttora sorprendente, che noi abbiamo aiutato a prendere forma audiovisiva, con una squadra artistica e produttiva compatta e affiatata, dalle dinamiche orami familiari, che lavora da vent’anni. Non c’è divismo, non ci sono fratture”. “Il commissario Montalbano – ha aggiunto Degli Esposti – è di fatto un prodotto fortemente locale, calato nel cuore delle tradizioni italiane, in una suggestiva Sicilia, ma insieme sa essere una serie dalla grande vocazione globale. È un ritratto bello dell’Italia. Vale una vita”. Luca Zingaretti, con tutto il cast a Roma per la presentazione, ha ricordato (con ironia) prima di tutto la sua recente performance a Sanremo, intonando ancora delle note di Vasco Rossi: “…Non c’è niente da cambiare”, dalla canzone Eh già. Zingaretti ha poi aggiunto: “Sono un attore che ama cambiare, che ama sperimentare e trovare delle vie narrative-interpretative nuove. Montalbano però è un classico, e non posso abbandonarlo. Non posso cambiare. Andrea Camilleri è divenuto un classico, come un classico è William Shakespeare. Il lavoro che compie ogni volta Camilleri è straordinario: i suoi non sono dei semplici gialli, bensì è la sua visione sulla vita, raccontata mettendone in mostra gli aspetti edificanti, ma anche tutte le zone d’ombra”.
I due nuovi episodi
Nei due nuovi episodi in onda, Un covo di vipere e Come voleva la prassi, il commissario Salvo Montalbano insieme ai suoi fedelissimi colleghi Mimì Augello (Cesare Bocci) e Fazio (Peppino Mazzotta) – sempre in parte –, così come a Catarella (Angelo Russo) e al dottor Pasquano (Marcello Perracchio) – irresistibili anche loro (il pensiero inoltre va a Giacinto Ferro, alias questore Bonetti Alderighi, scomparso nel 2016) –, si addentreranno con le indagini nelle derive fosche della natura umana. I temi affrontati, infatti, sono complessi e problematici. In particolare in Un covo di vipere Montalbano è chiamato a confrontarsi con il volto patologico dell’amore, con lo smarrimento dell’uomo nel pieghe del male. Una storia buia e soffocante, dentro la quale il commissario troverà il modo di farsi strada per far brillare la luce della giustizia. Tratto dal romanzo di Camilleri – la sceneggiatura tv è di Francesco Bruni, Salvatore De Mola, Leonardo Marini nonché dello stesso Camilleri –, Un covo di vipere ha richiesto un’attenzione particolare per la messa in onda dato il tema spinoso, più adatto a un pubblico adulto. A tal riguardo, il regista Sironi, nel progetto dal 1999, ha così dichiarato: “Ho cercato di guardare a questo amore senza scagliare la prima pietra, di sfiorare l’abisso con delicatezza, di avvicinare il pubblico per comprendere e non per condannare. È stato un lavoro di attenzione ai particolari, di pudore nello sguardo”.
All’Italia piace Giallo, e Montalbano è il più amato
È lui, Salvo Montalbano, indubbiamente l’esponete delle Forze dell’Ordine più amato e seguito nel piccolo schermo. Un record ogni volta di ascolti, sia per gli episodi inediti che per quelli in replica. Ma come Montalbano negli anni si sono imposti nell’immaginario televisivo altri difensori della legalità. Anzitutto dobbiamo ricordare il maresciallo Rocca (Gigi Proietti) nell’omonima serie in onda dal 1996 al 2008, e ancor prima il commissario di polizia Corrado Cattani (Michele Placido) ne La piovra, serie di successo internazionale dal 1984 al 2001. Tra i personaggi in difesa della legalità e del prossimo ci sono poi l’esemplare ispettore del Corpo forestale Pietro Thiene (Terence Hill) in Un passo dal cielo – ora sostituito da Daniele Liotti nella quarta stagione della serie – e l’indimenticata Giulia Corsi (Claudia Pandolfi), Commissario di Polizia del X Tuscolano a Roma in Distretto di Polizia. Di recente abbiamo visto, invece, tratti da fortunati casi letterari, l’ombroso ispettore Giuseppe Lojacono (Alessandro Gassmann) ne I bastardi di Pizzofalcone dai racconti di Maurizio De Giovanni, il vicequestore dallo stile controverso Rocco Schiavone (con Marco Giallini), serie omonima dalla penna di Antonio Manzini, nonché Il giovane Montalbano con Michele Riondino, che dà volto al commissario di Vigàta, dai racconti ancora di Camilleri. Non un tutore dell’ordine (ma quasi), è poi il matematico-barista con vezzo investigativo Massimo Viviani (Filippo Timi) ne I delitti del Barlume da Marco Malvaldi. E attendiamo, in ultimo, la messa in onda a breve su Rai Uno di Il commissario Maltese con Kim Rossi Stuart, prodotto sempre da Palomar. È proprio il caso di dire, all’Italia piace Giallo!
Articolo originale pubblicato su Agenzia SIR
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