Proposta numero nove per l’Anno della Fede

venerdì 28 Giugno 2013
Un articolo di: Redazione

Sul finire dello stesso 1963 durante il quale era uscito “I fidanzati” (suo terzo LM dopo “Il tempo si è fermato”, 1959, e “Il posto”, 1961), ad  Ermanno Olmi  “viene proposto un lavoro, come si dice, ‘su commissione’: di più una sorta di instant movie, dal momento che tale commissione è giustificata dalla morte recente della persona ( Papa Giovanni XXIII), la cui vita dovrebbe costituire il soggetto del film medesimo. A rivolgersi a lui sono Don Francesco Angelicchio, direttore dell’Ufficio Nazionale dello Spettacolo, e Vicenzo Labella (che ne sarà poi anche il produttore esecutivo, oltre che cosceneggiatore insieme allo stesso Olmi (…) ” (tratto da Adriano Piccardi “E venne un uomo” in “Ermanno Olmi. Il cinema, i film, la televisione, la scuola” a cura di Adriano Aprà, Saggi Marsili, 2003, pag.151).

E’ qui l’inizio di un lavoro che costituisce il quarto film di Olmi ed ha la prima proiezione pubblica il 17 novembre 1965. Per scrivere il copione, Olmi mette insieme suggestioni derivate da “Il giornale dell’anima” di Roncalli, la “Biografia di Mons. Radini Tedeschi”, i  Souvenirs d’un nonce”, lettere e altri scritti di Papa Giovanni. Il testo è in gran parte affidato alla immaginaria figura del Mediatore, un personaggio svincolato da limiti di tempo e di spazio, e quindi in gradodi raccontare, essendo presente, la nascita e la vita di Roncalli da Sotto il Monte al Vaticano, attraverso le tappe in Bulgaria, Istambul, Parigi, Venezia. Una soluzione che offre vivacità e sveltezza, evita le secche dell’agiografia, e restituice una biografia esaustiva, mai pesante, sempre emozionante e coinvolgente. Olmi unisce il documento e la fiction con uno sguardo nitido che solo nella seconda parte scade in qualche stasi narrativa, ma nell’insieme rende il prodotto di grande attualità e utile per ricordare oggi i 50 anni dalla morte di Papa Roncalli, (3 giugno 1963).

In sede di valutazione, la Commissione del Centro Cattolico Cinematografico scrive: 

   “Il film, che evita ogni convenzionale ricostruzione, riesce a delineare in modo indiretto, ma altamente suggestivo, la personalità del grande Papa nel suo interiore evolversi. Particolarmente pregevoli sono la fotografia e e l’ambientazione – GIUDIZIO MORALE: Il lavoro, che è un commosso omaggio alla figura nobilissima di Giovanni XXIII, è del tutto positivo, sia come impostazione generale che nei particolari. Per tutti. (Segnalazioni Cinematografiche, vol LVIII, 1965, pag. 241)


Allegati

Forse ti interessa anche:

Sfoglia l'archivo
Ricerca Film - SerieTv
Ricerca Film - SerieTV