Così lontano così vicino |
Wim Wenders |
1993 |
Cento chiodi |
Ermanno Olmi |
2005 |
Uomini di Dio |
Xavier Beauvois |
2010 |
Corpo celeste |
Alice Rorwacher |
2011 |
Anni Novanta, primo decennio del Terzo Millennio, il nostro quotidiano. Questa terza proposta finalizzata a celebrare con l’aiuto del cinema l’anno della Fede parte dal 1993, quando Wim Wenders, a lungo uno dei più importanti registi europei, gira Così lontano così vicino: il regista tedesco torna nei luoghi de Il Cielo sopra Berlino a distanza di sei anni. Nel frattempo il muro della città è caduto, la Germania sta entrando in una nuova dimensione, cambia la politica, cambia la società, è destinata a cambiare forse l’intera Europa. Wenders si muove tra angeli e umani, lungo un copione metaforico che getta lo sguardo sulle strutture civili ma affida anche allo spirito il compito di costruire la nuova Europa. Con Centochiodi, Ermanno Olmi prosegue nel 2005 la propria rilettura della stato di salute dell’Italia contemporanea, riflettendo su quanto il dissidio tra essere e avere, tra il bello individuale e il buono comune ci interpelli di continuo. Uomini di Dio girato dal francese Beauvois nel 2010 ricostruisce un tragico fatto di cronaca, componendo un affresco che riporta in primo piano i temi della spiritualità forte, del sacrifico, della necessità di mettere sempre in primo piano il dialogo e la forza della pace. Infine Corpo celeste rappresenta l’esordio dietro la m.d.p. dell’italiana Alice Rorwacher: una storia che si getta a capofitto nelle contraddizioni del modo di essere chiesa nella realtà territoriale della Calabria di oggi. Un approccio che non manca di suggestione ma evidenzia anche squilibri, approssimazioni, scarsa capacità di approfondire i problemi.
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