Su Netflix il film “Enola Holmes 2”, con Millie Bobby Brown e Henry Cavill
lunedì 14 Novembre 2022
Un articolo di:
Sergio Perugini
Murder Mystery. Giallo classico, deduttivo, “Whodunit” o “Murder Mystery”. Un genere che deve molto alla tradizione letteraria inglese. In testa due icone tra carta e schermo: Agatha Christie e Arthur Conan Doyle. Lei è la “madre di penna” di Hercule Poirot e Miss Marple, lui è il padre di Sherlock Holmes. Investigatori che hanno traghettato nelle pieghe del mistero milioni di lettori e spettatori. Dalla caratterizzazione stilosa e magnetica, gli investigatori britannici hanno fatto scuola e aperto la via a molti seguaci. Tra le novità, il ciclo “Enola Holmes” dai romanzi della statunitense Nancy Springer, adattati da Legendary e Netflix per la piattaforma. Al momento due riusciti film: il primo del 2020, accolto con grande interesse, e il secondo “Enola Holmes 2”, dal 4 novembre su Netflix per la regia di Harry Bradbeer.
221B, Baker Street. È la via dell’ufficio londinese del famoso investigatore Sherlock Holmes. Sua sorella Enola ha deciso invece di mettersi in proprio, di trovare un suo spazio e clienti. Nessuno però bussa alla sua porta, a eccezione di una ragazzina che chiede aiuto per ritrovare la sorella, Sarah Chapman, scomparsa in circostanze poco chiare dalla fabbrica di fiammiferi dove entrambe sono impiegate.
Pros&Cons. Il ciclo “Enola Holmes” viaggia spedito. Anzitutto partiamo dagli attori capofila. Millie Bobby Brown (anche produttrice), rivelazione della serie cult “Stranger Things”, in cerca di nuove piste interpretative fa decisamente centro con la sorella di Sherlock. La sua caratterizzazione brillante, quasi da slapstick comedy, inserita in una struttura narrativa di matrice gialla, funziona e molto. La sua Enola è un personaggio gustoso che si pone giustamente al seguito dell’iconico Sherlock; crescendo poi l’attrice, oggi diciottenne, sta virando le sfumature della storia dall’adolescenziale all’adulto, rendendola più mainstream. A farle da spalla è Henry Cavill (“The Witcher”), nei panni di Sherlock, che prova – con qualche difficoltà – a trovare una sua personale rilettura del personaggio che sullo schermo vanta numerose e applaudite performance: dallo storico Basil Rathbone ai recenti Robert Downey Jr. e Benedict Cumberbatch. A dare brio interviene anche la veterana Helena Bonham Carter, matriarca di casa Holmes, attrice sempre incisiva e puntuale, e l’ottimo David Thewlis (“Landscapers”), nei panni di un ambiguo poliziotto.
Una parola sulla sceneggiatura di Jack Thorne, che per il teatro ha firmato con J.K. Rowling “Harry Potter and the Cursed Child” e per la Tv la serie Bbc-Hbo “His Dark Materials”: la sua scrittura è adeguatamente vivace e intricata, in linea con l’universo narrativo dove si muove Sherlock. A ben vedere Thorne spinge maggiormente sui canoni della commedia investigativa più sbilanciata su adolescenti e famiglie. Detto questo, i temi ci sono tutti: condizione della donna, istanze femministe, diritti sul posto di lavoro ed equità sociale. Un mix educativo accattivante e giocosamente irriverente. Prodotto curato e gustoso adatto per tutti.