“Mummie”, un’avventura dall’Antico Egitto alla Londra di oggi
mercoledì 1 Marzo 2023
Un articolo di:
Eliana Ariola
Diretto dallo spagnolo Juan Jesús García Galocha, al suo debutto dietro la macchina da presa, “Mummie. A spasso nel tempo” è un adrenalinico cartoon che racconta le avventure di alcune mummie che, dall’antico Egitto, si ritrovano nella Londra di oggi. La storia. Tuth è un giovane auriga di successo; spaventato dopo un brutto incidente decide di ritirarsi dalle corse. Depresso il giovane vive rintanato in casa assieme al fratellino Sekhem e a Cocco, il loro cucciolo di coccodrillo. Quello che non sa è che il faraone Ramses ha deciso che per sua figlia, la principessa Nefer, è giunto il tempo di sposarsi. Il marito sarà scelto dalla Fenice, il mitico uccello alato. Per una serie di sfortunati, quanto improbabili eventi, la scelta dell’animale cade proprio su Tuth. Al giovane viene consegnato l’anello nuziale con l’ordine di custodirlo fino al matrimonio, pena il taglio della lingua e l’accecamento. Purtroppo l’avido archeologo Lord Carnaby scopre il segreto delle mummie, ruba l’anello e lo porta con sé a Londra. A Tuth, Nefer, Sekhem e Cocco non resta altra scelta che seguirlo nella capitale britannica… “Mummie. A spasso nel tempo” è un film divertente, colorato e sovrabbondante di rimandi al mondo Disney-Pixar, ma non solo. La prima scena, ad esempio, è una fantastica corsa delle bighe, quasi sovrapponibile alla mitica scena nel kolossal “Ben-Hur” (1956). E ancora il perfido archeologo ricorda molto da vicino Anton Ego di Ratatouille (2007), mentre i suoi imbranati scagnozzi sono parenti stretti dei due furfanti al servizio di Crudelia De Mon (“La carica dei 101, 1961) e dei gemelli Pinco Panco e Panco Pinco di “Alice nel Paese delle Meraviglie”, 1951. Omaggi e richiami che i genitori (e i nonni nel caso di “Ben-Hur”) coglieranno sicuramente. Detto questo al film vanno riconosciuti dinamismo, piacevole autoironia e anche una certa originalità. L’antico convive con il moderno: i selfie entrano nel palazzo reale, Nefer è tutto fuorché una principessa rassegnata e obbediente, sogna di cantare e di scegliere il proprio futuro; Tuth è un giovane in crisi, travolto dal successo e incerto sul proprio domani; Ramses è un padre amorevole, combattuto tra il rispetto delle tradizioni e l’amore per la figlia. Travolgenti, poi, i numeri musicali: quando Nefer improvvisa una canzone all’interno di una versione musical dell’Aida di Giuseppe Verdi o quando, tutti insieme, cantano e ballano il classico anni ’80 “Walk Like an Egyptian” delle Bangles. Consigliabile, brillante e adatto a una visione familiare.