“Mio fratello rincorre i dinosauri” di Stefano Cipani inaugura il ciclo di film sul tema della disabilità promosso da Cnvf e Servizio per la pastorale persone con disabilità CEI
Lo hanno definito il “Wonder” italiano, fenomeno che coniuga un successo editoriale e un caso cinematografico come appunto l’opera di R.J. Palacio e portato sul grande schermo da Stephen Chbosky nel 2017 con Julia Roberts e Owen Wilson. Parliamo di “Mio fratello rincorre di dinosauri”, commedia del 2019 di Stefano Cipani tratta dall’omonimo romanzo a pennellate autobiografiche di Giacomo Mazzariol. Il racconto di gioie e affanni per un adolescente nel crescere con un fratello con sindrome di Down.
Le avventure di Jack e Gio
Fuori da Bologna, in un paesino di provincia dove la vita è a misura d’uomo troviamo la famiglia di Davide (Alessandro Gassmann) e Katia (Isabella Ragonese). La coppia ha già tre figli, due femmine, Alice e Chiara, e un maschio Giacomo; presto arriverà un altro bambino, Giovanni. Tutta la famiglia è in trepidante attesa, soprattutto Giacomo: avrà finalmente il compagno di giochi che sognava da tempo. Il giorno della nascita però la coppia scopre che Giovanni è affetto da sindrome di Down. Sconforto, smarrimento, ma neanche troppo: la famiglia ha fortemente voluto quel bambino e ora tutti fanno squadra per assicurare al piccolo un’esistenza piena d’amore e di stimoli, soprattutto Giacomo, che vede il fratellino come un supereroe. Gli anni passano e quando Giacomo (Francesco Gheghi) arriva sulla soglia del liceo, inizia a mettere in discussione il rapporto con il fratello Gio (Lorenzo Sisto): la paura della sua “diversità” e della sua fragilità lo assalgono, in più il desiderio di conformarsi agli altri ragazzi lo spinge a mentire, a nascondere a tutti che ha un fratello con sindrome di Down…
Quel legame speciale tra fratelli
Alla 76a Mostra del Cinema della Biennale di Venezia è stato presentato come evento speciale nella sezione Giornate degli Autori, al botteghino poi è stato un successo e nel 2020 ha ottenuto anche il David giovani ai premi David di Donatello dell’Accademia del Cinema Italiano. È la commedia “Mio fratello rincorre i dinosauri” firmata dall’esordiente Stefano Cipani, piccolo grande caso nella stagione cinema 2019-2020. Il film, muovendosi su un copione firmato da Fabio Bonifacci – tra le sue sceneggiature si ricordano “Si può fare”, “Benvenuto presidente!”, “Bianca come il latte, rossa come il sangue” e per la miniserie “Ognuno è perfetto” –, ci racconta la storia di una famiglia, una bella famiglia, coesa e dialogante, nel momento in cui fa arrivo un bambino, Gio, con la sindrome di Down. Percorrendo il sentiero della commedia, “Mio fratello rincorre i dinosauri” metta a tema la questione della disabilità non tanto raccontando la storia di Gio, bensì quella dei componenti familiari, alternando sguardi ravvicinati sui genitori, Davide e Katia, e sul fratello maggiore Giacomo, per tutti Jack. Cosa significa avere un figlio o un fratello con disabilità? Questa è la domanda che aleggia sul film. I due genitori all’inizio rimangono spiazzati, scossi, ma mai incerti nei confronti dell’amore che nutrono verso questo bambino; anzi, respingono al mittente commenti infelici di medici oppure di conoscenti, quando sollevano questioni sulla possibilità di compiere una scelta “diversa” durante gravidanza. Considerazioni del tutto fuori questione: Giovanni è un dono per la famiglia, come lo sono gli altri figli nati prima di lui. Certo, Giovanni richiede più attenzioni, più protezione, più accompagnamento, ma con piccoli accorgimenti la famiglia riesce ad adattarsi alla nuova quotidianità. Il fratello maggiore Jack alterna una prima fase, nell’infanzia, di euforia e di tenerezza, rivolgendosi con occhi sognanti nei confronti di quel fratello così speciale, che immagina appunto come un supereroe. I toni del racconto, segnati dalla spensieratezza e dalle atmosfere colorate, brillanti, virano poi – mantenendo comunque il registro della commedia – quando Jack entra nella fase adolescenziale. L’ingresso verso l’età adulta è già complesso di per sé: ci si sente inadeguati, in cerca di identità, bisognosi di conferme dagli amici e dall’ambiente sociale-scolastico che si frequenta; e in tutto questo Jack vede il fratello, così travolgente d’affetto, troppo ingombrante per la sua esistenza “problematica”. Jack vuole farsi conoscere per quello che è, o meglio, per quello che vorrebbe essere: inizia a vestirsi come un rocker, sogna di conquistare il cuore della coetanea Arianna, un’attivista per i diritti civili e ambientali, e vorrebbe persino essere accettato in una band della scuola. Vuole essere altro da sé, altro rispetto all’immagine coltivata in famiglia. E in tutto ciò Jack non arriva a trovare posto per il fratello Gio. Il ragazzo in verità cela un segreto nel cuore: il suo tenere a distanza Gio è dovuto alla paura di soffrire, alla paura di perderlo. Sin da piccolo gli è stato detto, infatti, che i bambini con sindrome di Down hanno una vita più fragile rispetto all’ordinario e lui non vuole che succeda questo al fratello Gio. Per non soffrire, allora, per esorcizzare la paura della perdita, si allontana da lui. Anestetizza il suo cuore. Ma si può vivere a lungo senza tenerezza, senza il calore della famiglia? La commedia di Stefano Cipani, “Mio fratello rincorre i dinosauri”, è senza dubbio un’opera riuscita e coinvolgente, dalle non poche ricadute educative. Mette a tema la famiglia, il dialogo nel tessuto familiare, la gestione dei figli, il rapporto tra fratelli e la condizione della persona con disabilità. Il tema della disabilità, filo rosso del racconto, viene gestito con grande rispetto e prudenza, sovvertendo le logiche stereotipate in chiave drammatica della narrazione verso l’orizzonte della commedia, mettendo in campo un umorismo frizzante e garbato a misura di bambino. La sindrome di Down nel film è tratteggiata nel segno della possibilità e non della sottrazione: a essere in difficoltà non è Gio, che vive la sua esistenza in maniera libera e trascinante, bensì il fratello Jack, che si sente inadeguato, difettoso, incapace di amare quel fratello così speciale perché è troppo spaventato dalla paura di perderlo. Il racconto pertanto finisce con lo sbaragliare i vari steccati, personali e sociali, le barriere che spesso ci costruiamo nel quotidiano, lasciando parlare alla fine il cuore, guardando all’orizzonte con una carica di ritrovata fiducia. Dal punto di vista pastorale la Commissione nazionale valutazione film della CEI (Cnvf.it) ha valutato il film “Mio fratello rincorre i dinosauri” come consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.